lunedì 17 agosto 2015

Monsters University (Monsters University)



Anno 2013

fonte: la tana del sollazzo
Concettualmente la Pixar sta attraversando una fase della sua storia che non si può certo definire rosea, bisogna essere onesti. Il calo c'è stato, e l'abbiamo visto di recente, prima con Cars 2, il film del disincanto, e poi con Brave, le cui potenzialità vennero sprecate in una valanga di disagi produttivi. Inoltre il recente annuncio che la produzione di sequel non si arresterà e anzi diventerà sistematica, ha di certo fatto sudare freddo non pochi appassionati che hanno visto così spostarsi la frontiera creativa del cinema d'animazione nuovamente da Emeryville all'Hat Building di Burbank. Nessuna meraviglia quindi che ci si aspettasse poco da un prequel di Monsters & Co, lungometraggio che sembrava compiuto in sé stesso. L'idea di ambientarlo in un campus universitario, poi, con tutte le conseguenze del caso, aveva suscitato non poche perplessità: era come se la Pixar per la seconda volta dopo Cars 2 avesse scelto di confezionare uno spin-off di genere, anziché un'autentica espansione della storia narrata nel 2001. E per giunta di un genere, il college movie, non così universale, e dalle dinamiche abusate e un po' troppo minimaliste, rispetto a quello che avrebbe davvero aiutato a rialzarsi.

E ci si stava sbagliando, invece. Monsters & Co. infatti era un film "aziendale". E di certo il prequel ideale di un film sul mondo del lavoro...non poteva essere che un film incentrato sul mondo dello studio. Nella vita infatti prima ancora dei colleghi ci sono i compagni di scuola. Monsters University, in barba alle aspettative di tutti, riesce quindi ad essere un perfetto prequel, spontaneo e naturale, di Monsters & Co. e nel contempo a mantenere una sua distinta personalità. Personalità che non a tutti magari potrà piacere più di tanto, visto che ci si rifà ad un modo di intendere l'università tipicamente americano, fatta di logge, confraternite e gare sportive, tutte cose che non trovano corrispondenze da noi, ma alla quale si accompagnano molti ingredienti narrativi piuttosto raffinati e originali.
Mi riferisco alla morale stessa del film, che è incentrata sul concetto di fallimento. Non è uno spoiler troppo grosso, considerando il fatto che chiunque abbia visto il film originale sa bene quali siano i posti lavorativi che Sulley e Mike occuperanno, eppure non è affatto banale che il film decida di incentrarsi molto su questo concetto, per parlare di come nella vita a volte ci si autoconvinca di voler fare delle cose per le quali non si è portati, quando in realtà il proprio posto è altrove.
E' una morale bellissima, e in un certo senso consolatoria, alla quale si giunge dopo un film dalla sceneggiatura sicuramente più equilibrata di molti recenti Pixar. Niente quindi "maledizione della seconda parte" con squilibri action come potevano averli Wall-E o Up, e neanche l'andamento indeciso di Brave, ma una storia più asciutta. Certo, è forse nel mezzo che il film scricchiola un po', quando, dopo un inizio sfavillante, decide di rifugiarsi in stilemi quali la classica competizione sportiva che spesso e volentieri costituisce la spina dorsale delle sceneggiature dei college movies. L'effetto deja-vu per chi ha visto Estremamente Pippo è veramente tanto, considerando anche che i nuovi personaggi che accompagnano Sulley e Mike non impressionano affatto (esclusa ovviamente la carismaticissima preside). Ma il film non si fa certo affossare da questo, visto che il famoso umorismo pixariano dei sottomondi è presente in gran quantità e funziona sempre benissimo, e che proprio quando sembra di essere arrivati ad un punto...il film sorprende, andando a parare da tutt'altra parte, e scoprendo alcune carte veramente geniali. Mi riferisco proprio alla scoperta dell'imbroglio di Sulley, con conseguente fase nel mondo degli umani, in cui avviene quella che forse è la scena migliore del film, la sessione di spavento per adulti, una delle cose più intelligenti che potessero venire in mente nell'ottica di espandere l'universo di Monsters.
Infine una nota di merito va alla storyline di Randall e del suo progressivo incattivimento. E' stato detto che la si poteva sviluppare di più, che è appena accennata, e via dicendo. Ma in realtà, è uno sviluppo perfettamente credibile e umano, considerando che sono tante le persone insicure che spariscono gradualmente tra la folla, facendosi trascinare dall'opportunismo e dalla voglia di avere amici più in vista. E quando meno te l'aspetti saltano fuori totalmente cambiati. E considerando le abilità mimetiche del personaggio in questione la parabola era già scritta.

Ma oltre a Randall ci sono svariati agganci e citazioni al film originale, come il cameo dello Yeti, di Roz e di Waternoose. C'è inoltre il ritorno di Randy Newman alle musiche, che compone una colonna sonora un po' diversa ma non povera di richiami al film originale. Quanto al comparto grafico ovviamente segue il codice pixariano: tante sono le migliorie che la CGI Pixar ha avuto in questi dodici anni, tuttavia si è dovuto per forza mantenere fedelmente il look plasticoso/gommoso/gelatinoso dei mostri dell'epoca, più simili a giocattoloni che a creature terrorizzanti, mentre per quanto riguarda le location si sono scelti colori molto accesi che aumentano l'appeal degli scenari, benché le texture e l'illuminazione degli ambienti seguano pur sempre le regole del cinema live action, piuttosto che le astrazioni pittoriche dei WDAS, confermando così la tradizione stilistica di Emeryville.

Insomma, a quanto pare è proprio grazie ad un vituperato prequel che la Pixar torna a mostrare il suo vero spirito. Commedie argute, incentrate su mondi sempre diversi, nei quali declinare in modo sempre diverso la propria poetica, giocando su quell'umorismo fatto di paradossi e parallelismi col nostro mondo, che da quasi un secolo non vuole saperne di invecchiare. Forse è più su questo tipo di progetti che attualmente è il caso di puntare, per ritrovare la retta via, piuttosto che su sventurate reinterpretazioni fiabesche. Ci si augura quindi che tra società preistoriche e micromondi mentali nei prossimi tempi si possa tornare ad avere un bel po' di arguzia pixariana, prima di tornare a tuffarci in un oceano già conosciuto, consapevoli che ora ad Emeryville gli universi possono espandersi a regola d'arte.

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BluRay - Monsters University

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