lunedì 10 agosto 2015
Mickey in Arabia
Anno 1932
fonte: Disney Compendium
È una situazione insolita per gli standard della serie quella con cui si apre Mickey in Arabia. Vediamo infatti Topolino e Minni recarsi in una cittadina araba in groppa ad un cammello. Avevamo già visto Mickey intento a fare gitarelle fuori porta in Jungle Rhythm e The Castaway, tuttavia all'Africa veniva comunque data una connotazione più avventurosa, molto differente dall'atmosfera prettamente turistica presente in questo corto. I due protagonisti si divertono infatti a fare foto e a esplorare la cultura locale, dando modo agli animatori di sbizzarrirsi con alcune gag pungenti e politicamente scorrette. A questo proposito non si può non notare la semplificazione che fa sì che il popolo arabo venga raffigurato con gli stessi connotati tradizionalmente attribuiti ai neri africani.La situazione di quiete verrà interrotta dal rapimento di Minni da parte di un clone di Gambadilegno, qui nei panni di uno sceicco/predone, che trascina la malcapitata nel suo palazzo. Questo tipo di espediente narrativo, molto presente all'epoca del muto, si era visto poche volte nella serie di Topolino (The Gallopin' Gaucho, The Cactus Kid), ma in futuro sarebbe stato utilizzato molto spesso in corti come The Klondike Kid e Building a Building. L'immagine di Topolino che parte al salvataggio della sua bella non farà che allontanare sempre più le abusate dinamiche dei corti musicali, accentuando quella stessa caratterizzazione di Mickey come eroe d'azione che ritroveremo molto spesso anche nei fumetti. Carta e celluloide infatti si influenzeranno a vicenda e l'ambientazione di Mickey in Arabia troverà così nel 1934 un'ideale trasposizione fumettistica all'interno della storia a strisce The Sacred Jewel (Topolino nel Paese dei Califfi), firmato dal grandissimo Floyd Gottfredson.
Pubblicato in:
DVD - Walt Disney Treasures - Mickey Mouse in Black and White (vol. 2)
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