lunedì 10 agosto 2015
Mickey's Meller Drammer
Anno 1933
fonte: Disney Compendium
Il romanzo antischiavista La Capanna dello Zio Tom, scritto dalla statunitense Harriet Beecher Stowe e pubblicato nel 1852, ebbe un impatto molto forte sulla cultura americana, specialmente alla vigilia della guerra civile. Non è strano quindi trovare numerosi riferimenti all'opera, in questi primi anni di animazione disneyana. In Alice Gets Stage Struck (1925) avevamo visto Alice metterne in scena una versione teatrale, e già allora si percepiva quanto personaggi come Tom e Simon Legree fossero ormai penetrati nel sentire popolare. Nello splendido Mickey's Mellerdrammer questo spunto viene ottimamente riutilizzato, contaminandosi con la produzione fumettistica ormai avviata sui quotidiani. L'anno precedente infatti, nella storia a strisce The Great Orphanage Robbery (Topolino e i Due Ladri) firmata da Floyd Gottfredson, Topolino e Minni avevano messo in scena per beneficenza proprio La Capanna dello Zio Tom, usando come attori i membri della loro combriccola. Dopo questa simpatica introduzione la storia a fumetti prendeva tutt'altra piega: l'incasso veniva infatti sottratto da Pietro e Lupo, facendo ricadere la colpa sul povero Orazio, e a Topolino non rimaneva che partire all'inseguimento dei due ladri per scagionare l'amico e salvarlo dall'impiccagione.La storia di Gottfredson avrebbe portato Topolino fino al gelido nord (ispirando anche il cortometraggio The Klondike Kid), mentre in questa versione animata l'azione si esaurisce nel teatro, e il climax viene raggiunto con un'invasione di cani e gatti sul palcoscenico, espediente già utilizzato in altre occasioni. Ma al di là di questo, Mickey's Mellerdrammer è un autentico gioiello, che porta avanti il lavoro che da tempo gli artisti Disney stanno conducendo sulle psicologie dei personaggi. Siamo molto distanti dalle esibizioni danzanti degli esordi: qui vediamo ogni membro della gang di Topolino prepararsi dietro le quinte e impegnarsi per entrare al meglio nella parte, e questo significa che ognuno di loro presenta un... doppio strato di caratterizzazione, compresi Orazio e Clarabella che vengono qui finalmente dotati di parola, dopo una carriera fatta di soli nitriti e muggiti. Il fatto che l'opera di riferimento abbia toni tragici e dei dialoghi drammatici e altisonanti, non fa che rendere ancora più interessante l'interpretazione di Mickey e soci, costretti ad uscire dal loro abituale registro leggero, per fare la caricatura del melodramma.I ruoli che i personaggi interpretano sono gli stessi visti nella storia a fumetti: Minni è la bionda Eva, Clarabella interpreta la derelitta Eliza mentre Topolino si cimenta addirittura in un doppio ruolo: la piccola schiava Topsy e il povero Zio Tom. Divertentissimo il fatto che il pubblico se la prenda con Orazio, che qui interpreta il baffuto e spietato negriero Simon Legree, confondendo di continuo l'attore col suo personaggio. Notevole inoltre che il confronto tra Orazio e Topolino porti quest'ultimo a pronunciare la famosa citazione “Potrai possedere il mio corpo, ma la mia anima appartiene al Signore”. È presente anche Pippo, da poco aggiunto al cast, qui nel ruolo del ridanciano tecnico teatrale, e un gruppetto di cani randagi che vengono maldestramente travestiti da segugi con degli scalcinati costumi di scena. Infine non si può non notare tra il pubblico la presenza di una gallina grassa e un po' snob, dotata di un cappello con una grossa piuma: esordisce finalmente Chiquita (Clara Cluck), che tornerà più tardi nel ruolo di cantante lirica, fornendo quindi alla gang di Topolino un contrappunto “culturale”.
Pubblicato in:
DVD - Walt Disney Treasures - Mickey Mouse in Black and White (vol. 2)
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