Anno 1977
23° lungometraggio Disney
fonte: Disney Compendium
Se si guarda al comparto visivo di The Rescuers è impossibile non accorgersi che i tratti di matita tipici del processo xerografico, pur numerosi, sono leggermente meno visibili. Merito di una nuova tecnologia che da quel momento sarebbe stata utilizzata anche nei film successivi, e che avrebbe fortemente limitato lo stile sporco dello Xerox. Al di là di questa peculiarità, il lungometraggio offre le consuete meraviglie tipiche dell'animazione disneyana. La compresenza di veterani e nuove leve regala inoltre al film un sapore ibrido. All'animazione troviamo infatti Frank Thomas, Ollie Johnston e Milt Kahl, gli ultimi componenti del team dei nine old men. Sono presenti anche John Lounsbery e Wolfgang Reitherman, benché non in qualità di animatori ma di registi, coadiuvati da Art Stevens. Oltre al già citato team di Don Bluth, fra le nuove leve spuntano nomi che presto si riveleranno importantissimi per il futuro dello studio, come Ron Clements, Dale Baer e soprattutto Glen Keane, il cui lavoro sulla piccola Penny ne rivela il grandissimo potenziale. Un discorso a parte va fatto per il duo di cattivi. Il tirapiedi di Medusa, Snoops, nasconde una bonaria presa in giro nei confronti dello storico del cinema d'animazione John Culhane, del quale ricalca le sembianze. L'esperto in questione non solo non se la prese, ma dichiarò che essere diventato un personaggio Disney aveva coronato il sogno di una vita. Non è strano quindi che il giochetto sia stato ripetuto in Fantasia 2000, nella sequenza della Rapsodia in Blu, nella quale Culhane figura addirittura tra i protagonisti.
Per quanto riguarda Madame Medusa, siamo di fronte al più fulgido esempio di quel che può succedere quando due grandi artisti entrano in competizione. Il suo creatore, il grandissimo Milt Kahl, soffriva il confronto con il collega Marc Davis, che tanti anni prima aveva dato vita a Crudelia De Mon. Come si è visto, Medusa nasceva come rimpiazzo di Crudelia, e Kahl desiderava realizzare una cattiva che non sfigurasse al suo confronto. Non bisogna dimenticare inoltre che dopo The Rescuers il grande animatore si sarebbe ritirato dalle scene, desiderando quindi chiudere la sua carriera con un personaggio che fosse la summa di tutta la propria arte. Per far questo Milt Kahl si immerse totalmente nel proprio lavoro, arrivando a realizzare anche gran parte dei disegni intermedi, ricoprendo quindi il ruolo che spettava agli intercalatori. Il risultato fu all'altezza delle promesse. Sebbene non sia riuscito a penetrare nella cultura popolare quanto Crudelia, il personaggio di Medusa è sicuramente più sofisticato: la sua recitazione è deliziosamente eccessiva, i suoi movimenti sono un continuo virtuosismo e la sua espressività riesce ad essere esagerata e divertente, senza che si cada mai nella stucchevolezza (che invece caratterizzerà lo stile di Bluth). Madame Medusa fu per Milt Kahl la definitiva consacrazione, che lo proiettò nell'olimpo dei più grandi animatori di sempre.
Dopo l'abbandono dei fratelli Sherman i lungometraggi animati perdono il loro rapporto privilegiato con la musica. Persone diverse si avvicenderanno alle pur valide colonne sonore prodotte negli anni 70 e 80, ma rimarranno sempre casi isolati, e nessuno stile riuscirà a imporsi, almeno fino all'arrivo di Howard Ashman e Alan Menken con La Sirenetta (1989). Pur non trattandosi di un musical in senso stretto, The Rescuers cela al suo interno una manciata di canzoni, scritte da Sammy Fain, Carol Connors e Ayn Robbins. La maggior parte di esse vengono cantate fuoricampo anziché dai protagonisti.
- The Journey - Fra le particolarità del lungometraggio c'è quella di esser stato pensato per il formato widescreen, anziché essere un open matte come molti film coevi. Un altro elemento moderno è che prima dei titoli di testa è presente un prologo in cui assistiamo alla prigionia di Penny e al lancio tra le acque della palude di un messaggio in bottiglia, di cui seguiremo il viaggio. Il brano in questione è cantato dalla voce interiore di Penny e accompagna il tragitto della bottiglia lungo i credits, mostrando allo spettatore degli splendidi artwork e dettando così il tono malinconico e solenne della pellicola.
- Rescue Aid Society - Unico brano del film a non essere eseguito fuoricampo, si tratta dell'inno della RAS cantato in coro dai suoi membri. È sicuramente una canzone molto orecchiabile e svolge benissimo la funzione di presentare allo spettatore la situazione e i due protagonisti. Tornerà successivamente per un brevissimo reprise.
- Tomorrow is Another Day - La canzone romantica viene eseguita dalla voce interiore di Bianca e accompagna il volo dell'albatross su una New York al tramonto. La luce dorata del crepuscolo e le particolari sonorità del pezzo regalano alla sequenza un'atmosfera piuttosto insolita ma piena di trasporto. Anche questo brano è fuoricampo, e avrà un reprise in chiusura, quando vedremo i due protagonisti volare verso una nuova avventura.
- Someone's Waiting For You - Probabilmente uno dei brani più struggenti della filmografia disneyana. È una sorta di tenera ninna nanna che viene cantata fuoricampo alla piccola Penny, reduce da quella che potrebbe essere definita una vera e propria violenza psicologica da parte di Medusa. Anche questo stupendo pezzo viene cantato dalla voce interiore di Bianca, con fare materno e consolatorio, poco prima di lanciarsi in azione e salvare la bambina.
È giusto aggiungere alle canzoni vere e proprie anche una sorta di piccola poesia, Faith is a Bluebird,
che viene recitata dal gatto Rufus e da Penny nel flashback ambientato
all'orfanotrofio, e che come gli altri brani cantati, porta con sé una
buona dose di commozione. Questa peculiare colonna sonora è l'ulteriore
riprova di come The Rescuers cerchi di allontanarsi dai toni
frivoli dell'animazione di quegli anni, puntando in una direzione
diversa e prediligendo il cuore alla risata. (...)
Pubblicato in:
DVD - Le Avventure di Bianca e Bernie
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