sabato 29 settembre 2012
Le Follie dell'Imperatore (The Emperor's New Groove)
Anno 2001
40° lungometraggio Walt Disney Animation
fonte: la tana del sollazzo
The Emperor's New Groove di Mark Dindal inaugura il nuovo millennio e con esso il periodo Disney sperimentale: mentre prima la Disney in ogni suo lungometraggio cercava di mantenere l'equilibrio tra i generi in modo da ottenere filmoni ipercompleti e adatti a tutta la famiglia, adesso decide di rompere quest'equilibrio. Il numero di classici prodotti all'anno sale a due, e differenziazione diventa la parola d'ordine: i lungometraggi animati prodotti si sbilanciano verso un genere sempre diverso, che sia l'avventura o la commedia, e questo delude le aspettative di molti. In sé per sé la cosa non ha niente di negativo però, per quanto la scelta sia probabilissimamente dovuta agli scarsi risultati dei recenti "classici a tutto tondo", e anzi è l'occasione per gli artisti Disney di cimentarsi in nuovi progetti, cercando strade nuove e proponendo strani ibridi, che vedono l'animazione Disney adattarsi a contesti che un tempo erano propri del live action, delle serie televisive. Certo, siamo pur sempre in un periodo di crisi, in cui dopo i bagordi degli anni 90 ci si ritrova a non aver più idea di cosa vuole il pubblico, che sebbene sia un po' stanco del musical menkeniano non è comunque pronto per tali innovazioni: è già tanto che ci siano state però, se si considera che di lì a pochi anni, anche per colpa della sovraesposizione del marchio, l'animazione tradizionale sarebbe stata spazzata via da Eisner con tutto quello che ne sarebbe seguito.
Il film in questione è un film esclusivamente comico, cosa inedita nel corpus Disneyano, e in quanto tale è riuscitissimo. Certo, non è sempre stato così, e prima di un contrordine dall'alto il titolo doveva essere The Kingdom of the Sun, e i toni assolutamente epici. Sting aveva inoltre composto un gran numero di canzoni per quel che avrebbe dovuto essere un altro dei tanti film in stile anni 90. Come sarebbe dovuto essere il film non lo sapremo mai, e forse ci siamo persi una grande occasione, eppure la storia non si fa con le ipotesi ed è pur vero che ciò che ci ritroviamo tra le mani è una bomba comica, un film fantastico nel suo essere inedito, un cartone animato con la C maiuscola. Quindi non ci si può proprio lamentare. La storia dell'arrogante imperatore Kuzko, trasformato in lama dalla consigliera Yzma e redento ad opera del semplice contadino Pacha è infatti il pretesto per proporre un delirio di colori e situazioni ambientate nell'America precolombiana. L'umorismo è alle stelle e aumenta man mano che la storia procede, per esplodere in un completo nonsense durante l'ultimo atto: eppure pur essendo molto vicino anagraficamente al boom dei cartoni Dreamworks, lo humor delle Follie non ha niente a che vedere coi vari Shrek moderni a tuti i costi, ma non per questo è antiquato, anzi pur rinunciando alle trovate pop cattura-pubblico, riesce ad essere assolutamente folle e fuori dalle righe in ogni minuto della sua durata, sperimentando in modo intelligente il delirio più totale. Graficamente prevalgono gli spigoli, le stilizzazioni e il minimalismo: un 2d nel 2d che si presta ottimamente allo stile narrativo ma che non rinuncia ad essere sofisticatissimo e sontuoso all'occorrenza. Gran parte del merito di tanto splendore va dato anche ai doppiatori italiani: Adalberto Maria Merli, Anna Marchesini, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglou offrono interpretazioni brillanti e aumentano di molto l'aria da cabaret che si respira, senza aver niente da spartire con la moda dei comici improvvisati doppiatori che di lì a poco sarebbe esplosa, e anzi é un vero peccato che non siano stati riconfermati per il sequel Le Follie di Kronk prodotto dai Toon Studios tempo dopo. Sarà solo nella serie di direct to video dedicati a Trilli che sarà possibile riascoltarne le voci.
Infine un elemento distintivo che caratterizzerà questa nuova generazone di film è la mancanza di canzoni. A parte My Funny Friend and Me di Sting nei titoli di coda e l'ironica Perfect World all'inizio, non ci sono altri brani cantati, e questi due appartengono molto probabilmente al materiale che Sting aveva realizzato per la precedente versione seria del film. La sfiducia verso il genere musical, di matrice puramente eisneriana, genere che è sempre stato nel dna Disney è forse l'unico vero difetto di questa fase creativa meravigliosa e irripetibile, che sono stati i primi anni del nuovo millennio.
Wikipedia
IMDB
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DVD - Le Follie dell'Imperatore
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