venerdì 12 ottobre 2012
Fantasia (Fantasia)
Anno 1940
3° lungometraggio Walt Disney Animation
fonte: la tana del sollazzo
Il terzo lungometraggio di Walt Disney è un'opera assolutamente peculiare e fuori da ogni schema. Fantasia è un film a episodi che però nessuno si sognerebbe mai di scomporre, un film che emana austerità da ogni fotogramma, compresi i più leggeri. Ed è proprio questo a fregare Fantasia: non essere adatto a nessun target. Un'opera assolutamente elitaria la cui lunghezza (quasi due ore, un record per quei tempi) potrebbe in fretta annoiare i bambini, mentre il suo appartenere a un'arte "plebea" potrebbe infastidire un certo tipo di pubblico spocchiosamente raffinato. E benchè sia oggi universalmente riconosciuto come IL capolavoro, punto d'arrivo dell'opera di Disney, questi problemi non accennano a diminuire, come dimostrato dal flop ai botteghini del suo seguito che, benchè confezionato in modo da avvicinare anche il pubblico più ritroso, è stato bellamente ignorato al momento dell'uscita.
Uscito nel 1940, assieme a Pinocchio, il film si dimostra rivoluzionario sia nella sostanza che nella forma: il film poi si apre su una sala da concerto, illuminata in modo da far risaltare le silhouettes dei musicisti. Un serioso presentatore introduce lo spettacolo e, cosa rara, parla del film stesso spiegando di cosa si tratta. Sono spiegazioni tutt'altro che ridondanti ma che con la loro metanarratività contribuiscono a dare al film quell'aura di leggenda e rispettabilità che nessuno oggi si sognerebbe mai di mettere in dubbio. Queste brevi sequenze live-action si inseriscono tra un episodio e l'altro dei sette che compongono il film, e sono state più volte modificate nel corso degli anni e delle edizioni: non è un mistero che Walt sognasse di riproporre le proprie opere a distanza di anni, come a volerne sottolineare l'immortalità. Fantasia infatti nasceva come opera da aggiornare di continuo con nuove sequenze, ma se escludiamo il suo recente seguito, e alcuni cortometraggi recenti che altro non sono che rimasugli di una terza versione, il massimo che si è riusciti ad ottenere è un continuo rimescolare le carte, con edizioni di ogni tipo, diverse per ogni paese ed epoca storica: edizioni in cui veniva variato l'ordine delle sequenze, alcune sparivano, altre tornavano. Tutto questo fino al 1990 quando uscì quella che viene ad oggi considerata la versione definitiva, con il presentatore trasformato in voce fuoricampo, l'intervallo spostato ai titoli di coda ma perlomeno con tutte le sequenze al loro posto.
Toccata e Fuga in Re Minore (Bach)
Si inizia con la "musica assoluta". Uno dei brani meno fruibili e allo stesso tempo più intelligenti e soggetti a riscoperta postuma. La musica prende vita solo dopo una manciata di minuti in cui viene ripresa l'orchestra. Questo potrebbe penalizzare non di poco il brano, tuttavia si intuisce come Disney abbia sentito l'esigenza di ritardare il momento dell'animazione zoomando su quella che è la vera protagonista del film: la musica. L'animazione oscilla poi tra astrazione e concretezza: luci del cielo si alternano a immagini più reali, come dune rigate e macigni che avanzano lentamente in lontananza. Spettacolare e un po' inquietante.
Suite da Lo Schiaccianoci (Ciaikowski)
Questo delizioso quadretto boscoso è a sua volta una concezione episodica. Ben lontano dalla classica storia natalizia a cui è sempre stato associato il brano, Lo Schiaccianoci ci mostra per la prima volta gi archetipi di quello che sarebbe poi diventato uno dei personaggi-simbolo dello studio: Trilli. Le fatine portano la primavera (o l'estate) aprendo così il pezzo più naturalista del film. Si passa poi ai famosi funghetti cinesi, una delle più geniali intuizioni, e ai fiori galleggianti, che vorticando assumono l'aspetto di ballerine. Un po' troppo lenta forse la danza araba in cui delle pescioline dal character design identico a quello di Cleo, danzano usando le loro grandi pinne come veli, ma ottimo il contrasto con la scatenata danza russa, che arriva successivamente risvegliando lo spettatore. Prima del finale le fatine torneranno due volte, per portare prima l'autunno e poi l'inverno nella suggestiva scena finale che offre un vero e proprio spettacolo visivo di crescente intensità quando sullo schermo la brina e i fiocchi di neve si modelleranno in forma artistiche da far invidia alla moderna CG. Lo Schiaccianoci sarebbe poi stato ricondotto alla sua originaria natura solo in tempi recenti grazie a un episodio del televisivo Mickey Mouse Works, che ne ha riadattato la storia facendola interpretare a Topolino, Minni, Pippo, Paperino e Pico de Paperis.
L'Apprendista Stregone (Dukas)
Il cuore del film è costituito da questo brano, inizialmente previsto come cortometraggio di rilancio per l'obsoleto Topolino. Il restyling di Mickey, ad opera di Fred Moore, sarebbe stato un altro dei grandi cambiamenti apportati da Fantasia. L'espressività di Topolino, l'umorismo di certe situazioni e soprattutto la modernità della regia, ricca di silhouettes e scene in ombra o fuori campo (come ad esempio la distruzione della scopa), ce l'hanno consegnato come il pezzo ideale da riproporre all'interno di Fantasia 2000. Per la primissima volta un personaggio dell'universo disney standard entra nel mondo dei lungometraggi: non sarebbe certo stata l'ultima, anche se questo sarebbe avvenuto quasi esclusivamente in film a episodi. L'incontro finale tra Topolino e il maestro Stokowski avrebbe assunto un valore simbolico nella storia del cinema, proponendosi come emblema dell'incontro tra musica e animazione.
La Sagra della Primavera (Stravinsky)
L'introduzione del brano pone l'accento sull'abitudine di Disney di pensare in grande. E infatti si può dire che la nascita del mondo non sia certo una materia leggera, specie per un gruppo di artisti che prima di allora erano specializzati in funny animals, animali antropomorfi e umani caricaturali. Il grande salto di qualità fatto con questo brano impressiona tutt'ora: i dinosauri di Fantasia sarebbero risultati più imponenti e inquietanti di quelli di Dinosauri e Alla Ricerca della Valle Incantata.
Molti hanno posto l'accento sulla mancata coordinazione tra musica e immagini nella scena della morte dello stegosauro. Personalmente ritengo che l'accostamento non stoni affatto, ma che anzi conferisca al momento quella "pulizia" a cui spesso viene associata l'idea della morte. Se dovessi trovare un difetto al brano, invece non esiterei a puntare il dito contro l'eccessiva lunghezza di alcuni momenti iniziali, specialmente durante le scene della lava.
A questo punto del programma si ha una piccola pausa in cui l'orchestra si esibisce in un'improvvisazione. Successivamente il narratore fa entrare in scena, per un gradevolissimo interludio, la Colonna Sonora, "un'artista timida e schiva", che viene descritta come la vera protagonista del lungometraggio. E' l'occasione per un gioco visuale che fa corrispondere ad ogni suono una diversa figura, grazie alle deformazioni a cui è continuamente soggetta la Colonna. Una cosa molto simile si sarebbe poi vista ne I Tre Caballeros, proprio per introdurre il personaggio di Panchito Pistoles.
La Sinfonia Pastorale (Beethoven)
Concluso l'interludio, si passa al brano più criticato di tutti. Introdotto, come La Sagra della Primavera, ponendo l'accento sull'incontenibile fantasia di Walt, La Pastorale risulta innegabilmente il brano più lezioso di tutti, nonchè pezzo forte delle invettive dei detrattori.
I colori totalmente irreali e la sovrabbondanza di Dei e figure mitologiche lo presentano come uno dei pezzi più vari (e più lunghi) di Fantasia. Celebre è anche il caso della centauretta di colore, ritenuta politically uncorrect e in seguito eliminata dal film mediante tagli e zoomate. Rimane comunque uno dei pezzi in cui l'umorismo e l'immaginazione degli artisti di Walt si esprimono al meglio.
Danza delle Ore (Ponchielli)
Il penultimo pezzo si avvale di una forte carica di umorismo, che vede gli animali simboleggiare le ore della giornata. Struzzi, Ippopotami, Elefanti e Coccodrilli impersonano rispettivamente il mattino, il mezzogiorno, il pomeriggio e la sera, dandosi il cambio in una serie di balletti che hanno come teatro la casa e il cortile di un patrizio veneziano. La capo-ballerina delle elefantesse e l'ippopotamo Giacinta anticiperanno di molto quanto l'anno dopo si sarebbe visto in Dumbo, mentre la struzza Opanova conserva ancora molto il tratto degli anni 30. La parte migliore rimane senza dubbio il frenetico finale dove si assisterà a una trasfigurazione ferina (e umoristica) del rapporto tra i due sessi.
Una Notte sul Monte Calvo/Ave Maria (Mussorgski/Schubert)
Il Gran Finale di Fantasia è quanto di più inquietante si sia mai visto nella storia dell'animazione fino al 1940. Semplicemente indescrivible il lavoro di realismo compiuto sul personaggio di Chernabog, e il modo in cui l'inquietante musica descrive gli spasmi dei demoni che si contorgono fra le sue mani. Vero e proprio dolore visivo.
L'Ave Maria con cui il film si chiude potrebbe risultare forse un po' troppo lenta, ma senza dubbio è la lirica e necessaria pausa che ci vuole dopo lo stress emozionale vissuto sul Monte Calvo.
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