mercoledì 23 marzo 2016
Mars and Beyond
Anno 1957
fonte: Disney Compendium
Con Mars and Beyond viene finalmente portato a compimento il progetto Tomorrowland. Il programma va in onda il 4 dicembre 1957 all'interno della serie tv antologica Disneyland e chiude il trittico di mediometraggi a tema spaziale firmati da Ward Kimball. (...)
Ritrovatosi ad affrontare un argomento tanto ipotetico, Kimball lascia chiaramente andare la sua fantasia a briglia sciolta, creando alcune sequenze che rimarranno nella storia dell'animazione, al punto che gli storici del cinema concordano nel ritenere l'esotico Mars and Beyond l'episodio migliore del ciclo. A presentare lo show troviamo come di consueto Walt, questa volta in compagnia di Garco, uno dei primi robot umanoidi mai costruiti. L'introduzione questa volta è molto breve e ben presto si passa alla prima lunga sequenza del programma. Si tratta di una ventina di minuti di animazione che, analogamente al segmento di apertura di Man and the Moon, ripercorrono con molto umorismo la storia dell'uomo e del suo rapporto con l'astronomia. Si parte dalla preistoria, quando si pensava che le stelle tramontassero andando a finire sul mare, e si avanza secolo dopo secolo prendendo in esame tutte le teorie più bislacche espresse da sapienti e filosofi. Le idee retrograde di Tolomeo, la rivoluzione apportata da Copernico e Galileo, tutto viene adeguatamente reinterpretato dalla feroce matita di Kimball.
L'animatore passa poi a dare vita alle ipotesi più fantasiose mai espresse riguardo la vita su altri pianeti, e si diverte così a ritrarre creature pazzesche e a renderle protagoniste di gag surreali. Si tratta di limited animation di altissima qualità con la quale Kimball dà vita alla versione disneyana dei marziani de La Guerra dei Mondi di H. G. Wells e persino alle creature descritte da Edgar Rice Burroughs nei suoi libri, con quasi sessant'anni di anticipo sul John Carter (2012) di Andrew Stanton. Il culmine viene tuttavia raggiunto dallo sketch conclusivo, in cui l'artista dà libero sfogo alla sua vena di follia, creando una parodia della fantascienza pulp dell'epoca. Come sempre Kimball si rivela un asso nel giocare sui tempi comici, e con un ritmo sincopato alterna le sequenze in cui il presunto eroe se ne sta in panciolle a fumare la pipa, con quelle in cui la sua segretaria si ritrova a fuggire dai marziani. Tutto avviene in un crescendo di demenzialità, in cui ogni cliché viene messo in burletta e l'umorismo nonsense la fa da padrone, tanto da includere addirittura un cameo di Paperino.
Concluso questo primo straordinario segmento umoristico, il tono dello show diventa decisamente più serio. La seconda sequenza fa quello che tanti anni prima aveva fatto La Sagra della Primavera di Fantasia (1940), proponendo al pubblico una rigorosa ricostruzione scientifica della nascita del nostro pianeta. Il punto di vista questa volta viene decisamente allargato, e ad essere preso in esame ora è l'intero sistema solare. Vengono quindi descritte le origini del Sole, della Terra e della vita, spiegando il ruolo del carbonio in tutto questo. Seguiamo poi il nostro cammino evolutivo, dai primissimi esseri unicellulari fino all'arrivo dell'uomo sul pianeta. Tutto questo ci viene illustrato ancora una volta grazie all'animazione ridotta, ma senza ricorrere alla stilizzazione, preferendo un approccio più realistico. Scopo di questa digressione è spiegare quali siano le condizioni ideali per la nascita della vita, e infatti successivamente vengono passati in rassegna tutti i pianeti del sistema solare, giungendo alla conclusione che soltanto Venere e Marte presentano caratteristiche analoghe alla Terra. A causa della perenne foschia che impedisce di osservare accuratamente Venere, non rimane che Marte a cui rivolgere le nostre attenzioni.
Nella terza sequenza si affronta finalmente l'analisi del pianeta in questione. Questa volta a scorrere sullo schermo sono immagini schematiche o riprese in live action, mentre l'oggetto della dissertazione sono gli astronomi che nel corso dei secoli hanno fatto teorie sulla natura del pianeta. Si parla soprattutto di Percival Lowell che, basandosi su alcune teorie di Giovanni Virginio Schiaparelli, arrivò a teorizzare che su Marte potesse esserci dell'acqua, una vegetazione e persino dei canali ormai secchi, vestigia di una passata civiltà. La teoria si sarebbe in seguito rivelata infondata, e i canali visti da Lowell al telescopio delle semplici illusioni ottiche. Ospite della sequenza è l'astronomo E. C. Slipher, che provvede invece a fornire al pubblico alcuni dati certi sul pianeta rosso. Lo scienziato spiega come il pianeta sia più piccolo rispetto alla Terra e come la sua rotazione avvenga a velocità doppia rispetto a noi, al contrario della sua rivoluzione attorno al Sole, due volte più lenta. Infine, Marte ha due satelliti, Deimos e Phobos, il corrispettivo della nostra Luna. Si tratta dell'unica sequenza dell'intero programma in cui l'animazione non ha un ruolo di primo piano.
La quarta parte di Mars and Beyond offre qualcosa di davvero unico nel panorama dell'animazione disneyana. Gli artisti si divertono infatti ad immaginare quale sarebbe ora l'aspetto del pianeta se in condizioni diverse la vita fosse stata in grado di svilupparsi. Questo what if permette agli animatori di sbizzarrirsi dando corpo alle loro fantasie, pur rimanendo in parte ancorati alle nozioni scientifiche apprese. Sullo schermo sfilano così creature inquietanti e fantasiose, eppure a loro modo credibili. Lascia stupiti la strada imboccata dallo staff di Kimball per rappresentare questa esotica utopia. Non è la prima volta che in queste produzioni televisive si rinuncia alla stilizzazione, per ricercare un approccio più realistico. Dopotutto era accaduto anche nel secondo segmento di questo Mars and Beyond, dedicato alla nascita della vita. Non era mai successo però che in tali casi si decidesse di rinunciare anche all'animazione ridotta. L'intera sequenza presenta infatti una ricchezza visiva tale da far invidia alle produzioni per il grande schermo, e l'accostamento fra la tradizionale full animation disneyana e queste immagini affascinanti e disturbanti crea un effetto incredibilmente drammatico.
Mars and Beyond si conclude in modo analogo ai suoi due predecessori, con una simulazione di quello che si ipotizzava sarebbe stato il primo viaggio dell'uomo su Marte. A introdurre questa quinta sequenza sono Ernst Stuhlinger e lo scienziato Wernher von Braun, già apparso nei precedenti episodi. I due ipotizzano che a portare l'uomo su Marte saranno delle navicelle alimentate a energia atomica, che partiranno da una base spaziale in orbita intorno alla Terra, arrivando alla meta tramite una traiettoria a spirale. La ricostruzione questa volta non è in live action ma in animazione ridotta, applicata ad uno stile realistico, come avveniva anche nel finale di Man in Space, primo episodio del ciclo. Inoltre, è nettamente più breve del solito. Mars and Beyond è sicuramente il capolavoro della serie e non stupisce quindi la scelta di Disney di distribuirlo sul grande schermo, in una versione opportunamente accorciata. In futuro la sequenza iniziale dei cavernicoli sarebbe stata riciclata all'interno del mediometraggio animato Man, Monsters and Mysteries (1974), mentre il robot marziano della parodia sci-fi di Kimball avrebbe fatto ritorno nello short Mickey's Mechanical House prodotto dalla Disney Television all'interno del revival Mickey Mouse Works (1999). Infine, nel 1959 verrà prodotto un mediometraggio di mezz'ora destinato al grande schermo, Eyes in Outer Space, ancora una volta diretto da Kimball, ideale appendice del progetto Tomorrowland.
Pubblicato in:
DVD mancante - Walt Disney Treasures - Tomorrow Land
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