Anno 1977
fonte: la tana del sollazzo
[...]con Elliott il Drago Invisibile,
ci si congeda dalla scrittura mista che per anni aveva caratterizzato
alcune tra le più felici produzioni degli studios. Elliott è quindi
l'ultimo film del filone a portare avanti l'eredità del musical a la Mary Poppins, prima della brusca svolta che avrebbe portato al rivoluzionario Chi ha Incastrato Roger Rabbit. Pete's Dragon segue di sei anni le peripezie della Lansbury e di Tomlinson, che a loro volta seguivano Mary Poppins
di sette. Ma tra Elliott e Pomi c'è un abisso sia qualitativo che
stilistico. Molte cose sono cambiate, nell'animazione, nelle musiche e
nello stesso modo di fare lungometraggi live-action, e se si guardano i
credits del film al posto di Stevenson, di Walsh e dei Fratelli Sherman
si troverà un team tutto nuovo con Don Chaffey alla regia, Al Kasha e
Joel Hirschhorn alle canzoni e Don Bluth a dirigere le sequenze animate.
Sequenze animate che questa volta non occupano una parte delimitata di
film ma che lo permeano da cima a fondo, trattandosi non più di scene
ambientate in setting fantasiosi ma di un vero e proprio personaggio.
Elliott è il drago, ritenuto immaginario dalla maggior parte delle
persone, che si occupa di rasserenare le giornate di Pete, un piccolo
orfano, sulle cui peripezie il film è incentrato. Ed è Passamaquoddy il
teatro di queste peripezie, un villaggetto di fine 800, in cui abitano
il vecchio Lampie (Mickey Rooney) e sua figlia Nora (Helen Reddy), che
si prenderanno cura del piccolo Pete, e lo aiuteranno a fronteggiare la
banda di malviventi che lo vogliono come schiavo e il Dottor Terminus,
ciarlatano interessato alla cattura di Elliott.
Elliott in sé è un
piccolo capolavoro di mimica ed espressività. Completamente muto, si
affida del tutto ai gesti, alle espressioni e soprattutto ai versi
eloquentemente gutturali. Il design del personaggio ricorda non poco
quello di Piccolo, del mediometraggio L'Asinello,
che sarebbe uscito l'anno successivo, guarda caso sempre sotto la regia
di Don Bluth. Molte sue espressioni sono inoltre affini a quelle di
Tigro, mentre alcuni suoi sguardi ricordano molto quelle dei personaggi
Disney più moderni, e sempre guarda caso, tra i suoi animatori è
presente un giovanissimo Glen Keane, che sarebbe poi diventato uno dei
portabandiera dell'animazione disney anni 90.
Le ragioni per cui
questo Elliott ci appare forse come il più sottotono del filone, sta
forse nei tempi narrativi decisamente troppo dilatati, e nell'approccio
poco credibile a certi personaggi, ritratti come eccessivamente
caricaturali. Le canzoni stesse qui presenti sono in certi casi gratuite
e inutili a esprimere concetti, che nell'economia del racconto appaiono
come abbastanza ovvi. Sicuramente un maggior lavoro di limatura
avrebbe contribuito a render il film più conciso e maggiormente
apprezzabile e invece sembra che la versione giunta in Italia sia monca e
che in origine il film fosse ancora più lungo. Ad ogni modo la colonna
sonora di Elliott, a prescindere dall'utilità o meno di ogni singola
canzone, è sicuramente di buon livello e offre brani di tutto rispetto
come il capolavoro Candle of the Water
ascoltabile nei titoli di testa e reintegrata da poco nella versione
italiana dopo che per anni in occasione dei passaggi televisivi e delle
edizioni in vhs era stata sostituita da un medley strumentale dei
principali brani del film. A introdurre il rapporto tra Pete e Elliott
c'è il duetto I Love You, Too, mentre a introdurre quello con Nora c'è la ninna nanna It's Not Easy. I Saw a Dragon cantata da Lampie e Passama-quody
del Dottor Terminus sono invece due esempi di canzone troppo
caricaturale sopra le righe per apparire "nel posto giusto", come anche Every Little Piece,
sempre cantata da Terminus, la cui presenza non è giustificata da un
sufficiente coinvolgimento emotivo a livello di ritmi narrativi. E'
inutile la presenza contemporanea di There's Room for Everyone e Brazzle Dazzle Day
due sequenze musicali che costituiscono un doppio apice narrativo, che
prelude al ritorno dei Gogans, sfruttatori di Peter, che lo reclamano
cantando Bill of Sale. E 'chiaro
che se il film fosse passato sotto le forche caudine di Walt una delle
due canzoni, per quanto bella, sarebbe stata impietosamente tagliata, in
quanto inutile e dispersiva ai fini della storia, ma se ci fosse stato
Walt Elliott sarebbe stato un film più snello anche in quanto a durata e
ritmi narrativi. Ed è quindi paradossale che benché si sappia
dell'esistenza di altre sequenze musicali come Money by the Pound e That Happiest Home in These Hill, nessuno tenga troppo a vederle reintegrate in un edizione definitiva del film.è...[...]
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DVD - Elliott il Drago Invisibile
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