Anno 2016
56° lungometraggio animato
fonte: Disney Compendium
[...] una storia del tutto nuova, di ambientazione polinesiana. Era la seconda volta che lo studio si immergeva in quelle atmosfere dopo Lilo & Stitch (2002) e la prima in cui si poteva finalmente esplorare la mitologia di quei luoghi. Durante il viaggio documentativo, i registi scoprirono che per un intero millennio le esplorazioni di quei luoghi erano misteriosamente cessate. L'idea alla base di Moana fu quindi spiegare in che modo la navigazione riprese, costruendo su questo enigma un'avventura scanzonata con una nuova protagonista femminile. [...]
La vicenda narrata è davvero molto semplice: la giovane Moana lascia il suo villaggio e parte alla ricerca di Maui, perché possa aiutarla ad “aggiustare” l'oceano, reso oscuro e mostruoso a causa di un pasticcio combinato dal semidio mille anni prima. Negli ultimi tempi ai Walt Disney Animation Studios si sono compiute notevoli sperimentazioni sul fronte narrativo, arrivando a toccare anche tematiche insolite o delicate: Big Hero 6 era un film sull'elaborazione del lutto, Zootopia aveva un sottotesto politico, mentre Frozen parlava di autorepressione e offriva una rilettura realista del concetto di amore. Diverso è il caso di Moana, che sembra invece adagiarsi su binari decisamente più classici e collaudati: si tratta di una robusta avventura, ricca di buone trovate e di sense of wonder, ma ossequiosa delle formule già codificate dalla Disney negli ultimi tre decenni. La stessa protagonista non è attanagliata da particolari dilemmi, se non da una semplice sete di avventura e libertà che la porta a voler scoprire cose c'è oltre il reef, e questo la avvicina più alla semplicità di Ariel piuttosto che alla complessità di Elsa e Rapunzel.
Quello che agli occhi di un certo tipo di pubblico potrebbe sembrare un passo indietro in termini di spessore narrativo, non è altro che il riconfermarsi della cifra stilistica di Musker e Clements[...]
La colonna sonora di Moana vede la collaborazione di un terzetto di artisti d'eccezione. Mark Mancina (Tarzan, Brother Bear) ha realizzato la partitura strumentale, mentre le canzoni vere e proprie sono state scritte dal polinesiano Opetaia Foa'i e da Lin-Manuel Miranda, artista poliedrico divenuto di recente molto famoso a Broadway grazie al musical Hamilton. Se il primo si è occupato soprattutto dei brani etnici, è al secondo che spettava il compito più arduo: raccogliere il testimone che fu di Alan Menken. Come già accaduto con i coniugi Lopez in Frozen, il bersaglio viene ottimamente centrato, regalando a Moana una colonna sonora molto valida.
- An Innocent Warrior - La prima sequenza musicale di una certa lunghezza altro non è che la rielaborazione di un brano scritto anni prima da Opetaia Foa'i. I toni sono quelli di una dolce ninna nanna, che descrive il primo incontro tra Moana e l'oceano che “la sceglie”, cambiando per sempre il suo destino.
- Where You Are - Con questo pezzo Miranda porta Broadway nel Pacifico. È la quintessenza dell'happy village song, ovvero il genere di canzone in cui viene presentato lo status quo che l'eroe dovrà poi cambiare. È un brano orecchiabile e leggero, che accompagna la fondamentale sequenza in cui vediamo la crescita di Moana. Funziona molto bene anche nel suo presentare la famiglia e gli animali domestici della protagonista.
- How Far I'll Go - Non poteva mancare un'I want song per la protagonista. Non si tratta di uno dei testi più originali di sempre, e il desiderio di fuga di Moana è un qualcosa di visto più volte nella filmografia disneyana. Però musicalmente parlando è uno dei brani più intensi della storia dei Classici, la cui melodia “prepotente” entra nelle orecchie e nel cuore per non uscirne mai più. Non è strano che il pezzo ritorni più volte nel film, prima in un corposo reprise per poi riaffiorare ancora una volta durante il climax finale e in versione pop nei credits.
- We Know the Way - Uno dei tocchi più originali di questa colonna sonora è la presenza di una controparte dell'happy village song iniziale. Se Where You Are ci mostrava un popolo ormai ripiegato su sé stesso, ecco che qui con un magico espediente si viene proiettati in un lontano passato per scoprire che la gente di Moana un tempo esplorava e navigava. Si tratta di una sequenza potente, suggestiva e che viene ulteriormente valorizzata dalla sua speciale collocazione, in grado di donarle un velo di malinconia. Anche di questo pezzo è presente un reprise, che chiude trionfalmente il film.
- You're Welcome - La canzone di Maui è davvero uno dei momenti musicalmente più alti. Si tratta del siparietto che presenta il semidio, e quindi non risparmia di fare humor sulle “tall tales” che lo riguardano, un po' come avveniva con le leggende americane ai tempi di Walt. È qui che i tatuaggi animati hanno il maggiore screen time, e l'atmosfera si fa davvero molto surreale. L'animazione del Mini Maui ricorda inoltre per certi versi la canzone dell'Appresto di Winnie the Pooh (2011), anch'essa ideata da Goldberg. Il brano è inoltre davvero trascinante e senza dubbio fra i più orecchiabili dell'intera pellicola. Non stupisce che sia presente in versione pop anche nei titoli di coda.
- Shiny - Qualche tempo fa il Nostalgia Critic, parlando di All Dogs Goes to Heaven (1989) coniò la definizione di Big Lipped Alligator Moment per indicare una sequenza musicale così bizzarra e inaspettata da sembrare del tutto fuori posto nel contesto del film. A una prima occhiata Shiny potrebbe rientrare facilmente in questa categoria, eppure rimane uno dei momenti più spettacolari e affascinanti. La sua originalità è data dal fatto che il brano accompagna... un combattimento. A cantare è il crostaceo Tamatoa, che i protagonisti affrontano per recuperare l'uncino magico di Maui, e le sensazioni che la canzone riesce a trasmettere sono davvero particolari. Ipnotica e in grado di far venire il mal di mare, Shiny riesce a “colpire” col suo stesso ritornello: quando Tamatoa pronuncia questa parola girando su sé stesso, i suoi avversari vengono abbagliati e storditi da una violenta esplosione di luce. Sono queste singolari associazioni tra musica e immagini a costituire il succo dell'estetica disneyana.
- Logo Te Pate - Un'altra canzone polinesiana scritta da Opetaia Foa'i, e usata per accompagnare la sequenza in cui Maui insegna finalmente a Moana a navigare. È il pezzo più allegro e scoppiettante dell'intera pellicola, un'infusione di adrenalina che non potrà non rimanere impressa.
- I Am Moana (Song of the Ancestors) - Un duetto davvero particolare, dato che consiste in una combinazione di due brani precedentemente ascoltati. La prima parte infatti è un reprise di Where You Are mentre la seconda riprende il tema principale di Moana ovvero How Far I'll Go. Il modo in cui i due pezzi si combinano insieme portando la ragazza a riconciliarsi con sé stessa e col proprio retaggio mostra tutta l'organicità della narrazione musicale disneyana, in cui le canzoni sono elementi della narrazione, capaci di mescolarsi all'occorrenza.
- Know Who You Are - Pur trattandosi di un mero reprise in lingua inglese di An Innocent Warrior, il brano polinesiano che apriva il film, questo brevissimo pezzo merita una certa attenzione perché costituisce un elemento di novità. Se prima si tendeva a mettere da parte le canzoni in vista dello scontro con l'antagonista, qui il cantato lambisce e potenzia lo stesso climax finale, espandendo a 360° l'idea di narrazione in musica da sempre base del cinema disneyano.
Pubblicato in:
BluRay - Oceania
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