Anno 2014
fonte:
la tana del sollazzo
1. Il Nome Sopra il Titolo
Tra
le svariate realtà che compongono il colosso multimediale che è la
Disney Company non c'è alcun dubbio che i DisneyToon Studios siano
quella più indecisa e contraddittoria. La storia di questo studio è
infatti veramente turbolenta e ha visto numerosi rimescolamenti
strutturali, repentini cambi di strategia e un saliscendi qualitativo
continuo. Quelli che all'inizio erano semplici reparti della Disney
Television adibiti alla realizzazione di seguiti per l'home video,
vennero nel 2003 trasformati in una realtà indipendente. Con l'arrivo
della nuova dirigenza questa realtà venne totalmente ripensata: gli
studi satelliti dove si produceva l'animazione vennero smantellati e
rimase solo il centro operativo a Burbank adibito alla creazione e alla
preproduzione dei film, la cui animazione sarebbe stata prodotta in
India, presso gli esterni Prana Animation Studios. I seguiti home video
vennero inoltre archiviati, per puntare invece sui franchise derivativi,
cicli di lungometraggi originali, ispirati però alle creazioni delle
due realtà principali: WDAS e Pixar. Nacquero così il ciclo di Trilli e
quello di Planes, che nel 2014
si sono trovati per la prima volta a coesistere, con l'uscita
ravvicinata del quinto e del secondo lungometraggio delle rispettive
serie. Mentre Trilli e la Nave Pirata è stato distribuito nelle sale solo in alcuni paesi, per Planes 2
si è scelto un trattamento affine al primo capitolo, che era stato
venduto al pubblico come se si trattasse di un lungometraggio
cinematografico standard.
Questo ha messo a nudo una volta di
più la natura controversa dei DisneyToon Studios, realtà nata per
realizzare film di seconda fascia, ma che nel corso degli anni si è
ritrovata ad alzare la qualità, sconfinando nel territorio dei due studi
principali. Come già si era visto nel decennio precedente, confondere
troppo le acque non è mai un bene, perché nuoce all'identità dello
studio, e di conseguenza alla fidelizzazione degli spettatori, sempre
piuttosto confusi quando si tratta di far distinguo tra un prodotto
Disney e l'altro. Planes nello
specifico è forse il franchise più pericoloso da questo punto di vista,
considerando che è un prodotto DisneyToon basato su una proprietà Pixar,
e venduto alla stampa sotto un generico marchio Disney. Che questa
confusione venga perpetuata proprio nel momento in cui Frozen
aveva finalmente ridato riconoscibilità ai WDAS presso il grande
pubblico è solo paradossale, tuttavia questa volta sono gli stessi
DisneyToon Studios a cercare di metterci una pezza. Sia in Trilli e la Nave Pirata sia in Planes 2,
infatti, dopo il tradizionale e generico logo Disney col castello, è
presente per la prima volta lo specifico logo dello studio, che in
questo tipo di produzioni era da sempre stato messo solamente al termine
dei titoli di coda. Nel suo piccolo si tratta di uno step molto
importante, pari a quello che nel 2007 avevano fatto i WDAS, dandosi
finalmente un nuovo nome e un logo, che potesse aiutare la gente a fare
la doverosa distinzione.
2. Lacrime e Risate
Rispetto al predecessore, che riproponeva pedissequamente elementi tratti dai primi due Cars, questo Planes 2
è sicuramente un film più coraggioso, e con qualcosa da dire. Il
presupposto di partenza è infatti piuttosto intelligente: Dusty rimane
menomato da un guasto alla sua trasmissione ed è costretto quindi a
lasciare il mondo delle gare. Se già nel pixariano Monsters University
si introduceva coraggiosamente la tematica del fallimento,
contrapponendosi al modello del cinema d'animazione occidentale,
incentrato sul raggiungimento dei sogni, qui si va oltre e dopo un
canovaccio ordinario come quello del primo Planes
si cambiano di colpo le carte in tavola, mostrandoci come nella vita
non sempre va tutto come previsto, e un cambio di orizzonte può sempre
capitare. Non è certamente poco, specialmente se si pensa all'abituale
target dei DisneyToon Studios, e quindi al loro tradizionale andare sul
sicuro. La fine del sogno di Dusty coincide col suo ingresso in un mondo
completamente nuovo, quello della squadra antincendio del parco
naturale di Piston Peak, dove entreremo in contatto con nuovi personaggi
e soprattutto una nuova vita con finalità diverse e ben più alte
rispetto a quella da divo condotta fino a quel momento. L'impressione
che si ha è che il primo film fosse poco più di un'introduzione,
un'insignificante formalità da sbrigare in attesa di passare a cose più
interessanti, e soprattutto ad un tema nuovo e non ancora sfruttato.
Uno spunto tanto indovinato non basta però a fare di Planes 2
un film analogo alle produzioni WDAS e Pixar, purtroppo. A dispetto di
un gran numero di scene d'azione particolarmente spettacolari e
incisive, sotto il profilo narrativo si avvertono alcune inadeguatezze
che riportano il film nella sua categoria d'appartenenza. Siamo
certamente al di sopra di buona parte delle produzioni Disney home video
del decennio precedente, e per certi versi anche oltre il livello
qualitativo medio di molti prodotti cinematografici concorrenziali
coevi, tuttavia il retrogusto ingenuo e per certi versi infantile tipico
delle produzioni DisneyToon si sente comunque. Molte soluzioni
narrative appaiono scontate e già viste, così come buona parte dei
personaggi del cast non fa molto per uscire dal ruolo stereotipato che
la sceneggiatura impone. Ma non è questo a pregiudicare la godibilità
del film, quanto piuttosto la cattiva gestione del registro leggero. A
fronte di un'ottima gestione registica dei momenti più drammatici e
intensi (e ce ne sono di veramente apprezzabili), il film non riesce a
comunicare nulla nei suoi momenti più distesi: l'umorismo è infantile e
di grana grossa, i dialoghi hanno un ritmo troppo concitato, e la stessa
presentazione dei comprimari è troppo rapida e poco efficace visto che
sono veramente tanti e caratterizzati superficialmente. Uno spettatore
adulto e abituato a ben altro tipo di storytelling farà fatica quindi ad
entrare in sintonia con la narrazione, confuso dal continuo
chiacchiericcio dei personaggi, con i quali non c'è stato modo di
entrare veramente in sintonia, e finirà per staccare il cervello almeno
fino alla successiva scena drammatica. E questo è un difetto di
narrazione molto grosso che la serie eredita dal predecessore.
3. I Panorami di Piston Peak
Come si è visto, l'animazione di Planes 2
è stata affidata ai Prana Animation Studios, studi indiani esterni che
negli ultimi anni si sono occupati di realizzare la CGI di ogni
lungometraggio prodotto dai DisneyToon Studios. Questo passaggio di
consegne è stato necessario perché la chiusura degli studi satelliti
disneyani che si occupavano di ciò aveva reso necessario trovare un
partner fisso per affrontare questa nuova fase della storia dei
DisneyToon Studios. Come già si era visto in occasione del ciclo di
Trilli, i Prana fanno un lavoro a dir poco eccellente per quanto
riguarda i fondali. Che si tratti di un approccio più astratto, adatto
alle Disney Fairies, oppure fotorealistico, come nel caso di Planes,
il risultato è a dir poco strepitoso. I boschi di Piston Peak sono
molto credibili, le riprese aeree assolutamente spettacolari e gran cura
viene dedicata anche all'animazione degli effetti, al punto che non c'è
alcuna differenza qualitativa tra questo risultato e quello di un
normale film d'animazione destinato al grande schermo. Si continua a
percepire una certa differenza invece nell'animazione dei personaggi: si
tratta certamente di figure solide e squadrate, perfettamente adatte ad
essere rese in CGI senza che si avvertano sbalzi stilistici, eppure se
si guarda alle loro parti molli come le labbra, non si potrà non notare
una leggera differenza qualitativa rispetto al corrispettivo pixariano.
Per quanto riguarda invece il comparto musicale, bisogna ricordare che Planes 2 non è un musical, esattamente come il primo film e la serie Cars, di cui è uno spin-off. Questo non significa che non contenga canzoni originali. Ne sono infatti state scritte tre: la triste Still i Fly scritta da Spencer Lee e i due brani country Runway Romance e All In,
firmati da Brad Paisley, che accompagnano alcune sequenze del film. Le
strumentali vedono invece il ritorno del bravissimo Mark Mancina, che
aveva già in passato lavorato sia con i WDAS (Tarzan, Brother Bear) che con i DisneyToon Studios (Tarzan 2, Planes),
e che firma qui una buona colonna sonora, che vede spiccare ovviamente
il bel tema principale da lui composto per il primo film.
4. In Cerca di un Nuovo Ruolo
Planes 2
ha luci e ombre quindi, si tratta di un film con un suo perché e capace
di sfoggiare una certa fierezza, ma che non riesce a nascondere i
limiti del processo produttivo che si porta dietro. Questo suo stare a
metà strada tra due categorie e tra due linguaggi è palese nel finale,
in cui a Dusty viene ricostruita la trasmissione,
rimettendolo quindi a nuovo, e invalidando quindi il coraggioso
presupposto su cui si basa tutto il film. Successivamente lo vediamo
essere accolto nel corpo dei pompieri, e la sua decisione di rimanerci
viene solamente suggerita, senza che si prenda esplicitamente posizione
riguardo al suo tornare presto o tardi a gareggiare. Ma queste
contraddizioni sono più che naturali, quando si ha a che fare con una
produzione come questa. Il lungometraggio non ha dato al box-office
risultati esaltanti, ottenendo meno rispetto al suo stesso predecessore,
e questo sicuramente non deve aver ben disposto la dirigenza nei
confronti dei DisneyToon Studios. La verità è che questo è quello che
succede a voler tenere il piede in due scarpe. John Lasseter ha preso un
reparto della Company nato per realizzare film di second'ordine e ha
cercato a tutti i costi di nobilitarlo e di portare i suoi prodotti
sullo stesso piano delle produzioni WDAS e Pixar. Ma purtroppo questo
accanimento terapeutico, oltre a creare ridondanze produttive e
confusione assortita nella testa del grande pubblico, prima o poi rivela
i suoi limiti.
In un momento di forte crisi e in cui il mercato
si sta saturando sempre di più, tocca puntare su materiale davvero
forte per riuscire ad emergere. Su Planes 2
sono stati fatti degli investimenti: che si tratti di merchandising,
dei nomi coinvolti, del cd con la colonna sonora, o di una promozione di
tutto rispetto, il film è stato letteralmente presentato come un
prodotto di punta, senza tuttavia averne il DNA. Forse molto più
semplicemente siamo giunti agli sgoccioli e i DisneyToon Studios hanno
esaurito il loro ruolo. Nati nell'epoca Eisner per creare un sottocanale
di mungitura a basso costo, hanno perso oggi la loro originale
identità, e sono diventati antieconomici. In questa particolare fase
della storia del cinema in cui la mungitura viene fatta direttamente in
prima linea dai creatori stessi delle opere originali, non ha più molto
senso tenere in piedi una realtà come questa. A tenere attivi i
franchise pixariani pensa già la stessa Pixar attraverso corti,
mediometraggi e seguiti ufficiali, mentre per produrre materiale
commerciale e a basso target c'è l'odierna Disney Television, con le sue
serie tv efficaci ed economicissime. Non è quindi escluso che una volta
prodotto il terzo Planes e il
sesto film di Trilli, tale realtà venga smantellata e la sua forza
lavoro impiegata diversamente nei reparti che davvero hanno ancora una
ragion d'essere.
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