domenica 24 novembre 2013
La Rivista di Topolino (Mickey's Revue)
Anno 1932
fonte: la tana del sollazzo
Ecco un concertino di Topolino, come molti se ne videro nei due anni trascorsi. Ma stavolta c'è una differenza, la voce di Pinto Colvig già intrasentita in Barnyard Olympics viene qui attribuita a un personaggio, un canide bipede con barbetta e occhiale, perfetto rappresentante di quei campagnoli sempliciotti (hillbillies) della vecchia America. Esordisce così in maniera davvero irresistibile Pippo, che di lì a poco assumerà il nome di Dippy, e già da subito monopolizza le attenzioni creando un filo conduttore all'interno di un corto che altrimenti sarebbe strutturato a "numeri musicali". Le sue risate sguaiate che disturbano gli altri spettatori si sentiranno persino nei credits finali, inaugurando una tradizione di personalizzazione dei titoli di coda che continua ancora oggi. Benvenuto Pippo!
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
sabato 23 novembre 2013
Il Ragazzo del Klondike (The Klondike Kid)
Anno 1932
fonte: la tana del sollazzo
Questa ambientazione di paperoniana memoria ci regala un racconto in costume davvero fine e di grande atmosfera, che come al solito è valorizzato dai toni di grigio del bianco e nero. La trama non si discosta molto dallo schema del rapimento di Minni ad opera di Gambadilegno (qui chiamato Pierre) con successivo salvataggio visto nei vari Gallopin' Gaucho, The Cactus Kid o Mickey in Arabia, ma qui è l'atmosfera che si respira a rendere tutto visivamente prezioso. Tutta la parte iniziale con la marmaglia che nel saloon si diverte, con tanto di donnacce che ballano ai tavoli e cameo di Pippo è assolutamente fantastica, come anche la sparatoria al buio che avviene dopo l'arrivo di Pierre. Bello l'approccio tra Topolino e una Minni più povera e derelitta che mai. Un po' meno originale la fase di inseguimento con Pluto che viene dopo ma comunque uno dei migliori corti di sempre, ispirato tra l'altro alle atmosfere di quel Topolino e i Due Ladri che in quello stesso periodo Gottfredson stava raccontando sulle pagine dei quotidiani.
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
Topolino, Minni e la Primavera (Mickey Cuts Up)
Anno 1931
fonte: la tana del sollazzo
La trama di questo corto potrebbe benissimo essere intercambiata con quella di Mickey Steps Out: Topolino e Minni si incontrano per caso mentre fanno del giardinaggio, seguono flirtaggi e balletti fino a che Pluto inseguendo un gatto arriva a combinare disastri. Molto poco memorabile, si ricordano giusto un paio di mattate di Topolino come quando mette le mani a forma di uccellino o quando travestito da tartaruga scherza con Minni, il resto si oblia facilmente.
fonte: Trésor Disney
Plus de deux ans après ses premières aventures à l'écran, Mickey était devenu un phénomène mondial : dessins animés, produits dérivés (les premières poupées de Mickey sont produites dés janvier 1930), bandes dessinées, le Mickey Mouse Club (qui atteignait le million de membres) etc..., la souris tenait une place spéciale dans le cœur du public qui le considérait comme un "un gentil garçon qui ne fait jamais de mal, qui s'attire des ennuis alors que ce n'est pas sa faute mais qui réussit toujours à trouver le sourire". Comment expliquer cette ascension fulgurante pour une si petite souris ? Le succès de Mickey était, dans les faits, essentiellement lié à sa personnalité comme aimait à le penser Walt : "J'ai toujours considéré Mickey comme une personnalité. Il y avait des choses qu'il ferait et d'autres qu'il ne pouvait pas faire. Je voudrais penser de cette façon 'maintenant, voilà quelque chose que Mickey peut faire'. Alors, on l'a toujours considéré comme une personnalité... on a oublié le fait que c'était une souris". Conscient de la popularité de son personnage, Walt augmentera la cadence de production des Mickey, passant de neuf films produits en 1930 à douze pour la seule année 1931. Au total, plus de 12,000 dessins individuels étaient ainsi réalisés par les animateurs pour la production d'un seul court métrage.
Mickey pouvait être cet aventurier intrépide qu'on avait vu dans The Cactus Kid ou Pioneer Day, mais aussi se comporter en "monsieur tout-le-monde" dans d'autres courts métrages. Cette conception était en réalité née en même temps que le personnage. Par ailleurs, Mickey avait une personnalité très attachante et drôle ; il jouait de la musique, dansait et faisait rire le public comme le montraient ses affiches de promotion ("He talks, he sings, he dances !"). Dans Mickey Cuts Up, on le voit dans le jardin de Minnie aux côtés de Pluto, en train de passer la tondeuse. Ce travail, pour le moins anodin, donne l'occasion à Mickey de retailler un arbre de façon pour le moins... inhabituelle. Pour attirer l'attention d'une Minnie sous le charme du chant d'un oiseau, la souris rentre dans l'abri d'un volatile et se met à imiter son chant. Lorsque surgit un chat, l'abri dans lequel se trouve la souris tombe de son perchoir. Mickey poursuit son numéro en dansant avant de jouer de l'harmonica avec Minnie. Peu après, le chat qui s'était éloigné un moment est attiré à nouveau par le chant des oiseaux et se jette sur eux. Pluto se met alors à lui courir après, avec la tondeuse attachée à son coup, ce qui entraîne de sérieux dégâts dans le jardin de Minnie...
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
Rhytm e Blues (Blue Rhythm)
Anno 1931
fonte: la tana del sollazzo
Un corto che perlomeno è onesto ed esplicita la sua natura musicale sin da subito, collocandosi sulla scia dei vari Opry House, Barnyard Concert o Just Mickey e mostrandoci dall'inizio alla fine uno spettacolino inscenato da Topolino e dai suoi amici, condotto però su nuovi ritmi. La colonna sonora è blues e questo fa del corto un'anomalia rispetto a quanto visto finora: è presente un assolo al piano di Topolino, un duetto canoro strappalacrime con Minni, un nuovo assolo di clarinetto e la direzione di un'orchestra composta dalla solita gente di fattoria vista anche in The Birthday Party, più un Pluto bipede. Veramente memorabile, pur nel suo non discostarsi da una formula già vista.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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Mickey's Orphans (Mickey's Orphans)
Anno 1931
fonte: la tana del sollazzo
n questo primo cortometraggio natalizio Disney, Topolino e Minni vengono scelti da una povera vedova per occuparsi di un nugolo di baby gattini monelli che fino alla fine del corto stravolgeranno la casa facendo mille disastri, sia pur con una certa bonarietà. Non sarà l'ultima volta che vedremo Topolino alle prese con un esercito di piccini, e infatti molto simile a questo sarà il corto Mickey's Nightmare dove però ad attorniarlo saranno i suoi ipotetici figli, con l'aspetto che avranno poi Tip e Tap. In futuro questo "personaggio collettivo" sarà sempre meno ingenuo e più scaltro e diventerà l'incubo di Paperino. Ad ogni modo questo cortometraggio è molto divertente, anche solo per la caratterizzazione esageramente drammatica che viene conferita alla vedova dell'inizio.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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Mickey Steps Out (Mickey Steps Out)
Anno 1931
fonte: la tana del sollazzo
Un corto che anticipa molto il suo corrispettivo con Paperino nel 1940 Mr. Ducks Steps Out, ma che di per sé non è niente di memorabile. Topolino va a far visita a Minni e i due cantano e ballano fino a che il nuovo tormentone Pluto (che qui per la prima volta ha la sua cuccia) non arriva a combinare disastri inseguendo il primo gatto della sua carriera. Del corto si ricorda più di ogni altra cosa l'introduzione con Topolino che si sbarba, e il finale con tutti anneriti dalla fuliggine a gridare "Mammy", con notevole cruccio del povero Leonard Maltin chiamato a introdurre ogni singolo corto in cui la gag compare.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
Il Compleanno di Topolino (The Birthday Party)
Anno 1931
fonte: la tana del sollazzo
Dopo essersi convertito a schemi più avventurosi ecco che Topolino nel 1931 ci ricasca e si lascia un po' andare a spettacolini, balletti e pianoforti che appaiono dal nulla. Qui però è giustificato visto che è il suo compleanno e viene festeggiato in casa di Minni, inaugurando la tradizione delle festicciole domestiche. E' bello vedere l'intera sua gang fatta di animali di ogni tipo, spesso e volentieri anche ricorrenti (il cagnolino microscopico che grida "Sorpresa!" ricorrerà più volte) festeggiarlo come si conviene a un gruppo di amici. Ovviamente la parte migliore del corto è l'inizio con l'arrivo di Topolino, le facezie con Minni, il sorpresone degli amici, la torta e il regalo...ma il regalo è un pianoforte e da lì partono balli e persino un canto. Tutto assai godibile anche se il ritmo cala un po' alla fine quando c'è un lungo strascico in cui Topolino suona uno xilofono animato. Il corto avrà in un certo senso un remake nel 1942 quando Minni con un gruppo di amici totalmente rinnovato, organizzerà una seconda festa a sorpresa, regalandogli stavolta un organo elettrico.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
Topolino Pompiere (The Fire Fighters)
Anno 1930
fonte: la tana del sollazzo
Con ben tre anni d'anticipo dal capolavoro Mickey's Fire Brigade ecco Topolino pompiere con la sua brigata di collaboratori che per adesso includono Orazio, uno struzzo deformabile, un bassotto, e altri cagnolini e gatti generici. Molto è ripreso da Alice the Fire Fighter, ma ci sono anche tante gag nuove, ben ritmate e con tempi comici così ben scanditi che quando si arriva a Minni, nel ruolo di fanciulla da salvare - che Topolino riconosce subito, mettendo bene in chiaro come funzionano i rapporti tra personaggi nel mondo Disney, avventure in costume a parte - il corto inaspettatamente si conclude. Veramente molto bello, anche se il meglio su questo tema Walt Disney l'avrebbe dato solo grazie al Trio.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
The Gorilla Mystery (The Gorilla Mystery)
Anno 1930
fonte: la tana del sollazzo
Bellissimo. la svolta action è assolutamente evidente in questo corto, in cui Topolino avverte Minni telefonicamente del pericolo di un gorilla assassino evaso. Ovviamente poi il gorilla arriva davvero, e Topolino si dovrà recare a casa di Minni per capire se è stata presa o meno. Atmosfere da thriller, e un bianco e nero meraviglioso (e con quali luci!) incorniciano un corto esteticamente perfetto e ricco di scene e trovate che non si fanno dimenticare tanto facilmente, come ad esempio la telefonata allarmista tra i due fidanzatini, gli scambi verbali, il timoroso sussurrare di Topolino, la scena in cui lei suona il piano vicino alla cornetta del telefono per tranquillizzare Topolino. Un vero peccato che si sarebbero dovuti attendere altri due anni per rivedere grazie a The Mad Doctor un po' di sano horror nei corti di Topolino.
fonte: Trésor Disney
The Gorilla Mystery figure parmi les premiers courts métrages réalisés sans la participation de l'animateur Ub Iwerks, qui a quitté les studios peu avant au printemps 1930. Son départ occasionne quelques ralentissements pour la production des courts métrages de Mickey, dont la réalisation est désormais confiée à David Hand, un jeune animateur embauché aux studios quelques mois auparavant ; au fur et à mesure de la production des courts métrages de Mickey, et passé le mois d'avril, Walt Disney prenait de moins en moins part à la réalisation, préférant confier ce travail à son équipe d'animateurs. Tout en restant impliqué personnellement dans le développement des scénarios, il n'en exigeait pas moins de maintenir des normes de plus en plus élevées dans la qualité de l'animation. Le départ d'Iwerks entraîne, il est vrai, de profonds changements pour la série Mickey, et plus précisément en terme de scénario. Les aventures de la souris, qui faisaient la part belle à la musique populaire et au spectacle de music-hall, se portent désormais sur des gags visuels et sur des scénario plus aboutis. L'aspect aventurier et héroïque de Mickey est, de fait, mis en avant dans des histoires comme The Gorilla Mystery ou Pioneer Days (1930), ce qui ne pouvait manquer de plaire au public amateur de sensations fortes.
A l'inverse d'autres courts métrages de Mickey, l'intrigue de The Gorilla Mystery laisse une large place au suspense et à l'action. Les scènes de musique et de danse, qui étaient omniprésentes dans Fiddling Around ont peu à peu laissé leur place à un scénario plus solide, reposant essentiellement sur l'action et sur les gags. Mickey ne tient d'ailleurs pas le rôle habituel de musicien qu'il occupait ailleurs mais bien celui de sauveur de son amie capturée par un gorille. Mickey et Minnie sont au centre du scénario de The Gorilla Mystery, où l'action a lieu presque entièrement dans la maison de Minnie. C'est l'occasion de revoir pour la dernière fois son animal de compagnie, un perroquet aperçu de brefs instants dans Steamboat Willie (1928) et The Barn Dance (1929). Lorsque Mickey appelle Minnie au téléphone pour lui dire qu'un dangereux gorille s'est enfui, Minnie a peine à comprendre ce qu'il dit tant ses mots sont incohérents, car prononcés dans la panique. Elle prend donc son avertissement à la légère. Si Pat Hibulaire a temporairement été écarté du scénario, c'est pour laisser sa place à un adversaire autrement plus redoutable pour Mickey, un gorille tueur d'hommes échappé du zoo. Passé cette première apparition, il faudra attendre trois ans pour voir un autre gorille réapparaître dans Mickey's Mechanical Man (1933), où Kongo Killer se bat face à la machine de Mickey lors d'un match de boxe, puis dans The Pet Store (1933) dans lequel un gorille du nom de Beppo s'échappe de sa cage et s'en prend à Minnie. Le gorille de The Gorilla Mystery est enfin très effrayant ; comparé à Kongo ou à Beppo, il laisse de côté tout sentiment humain qui pourrait le rendre un minimum attachant.
The Gorilla Mystery reprend des techniques d'animation déjà utilisées auparavant pour renforcer la sensation de suspense et de mystère, comme les effets de lumière et d'ombres lorsque Mickey entre dans la maison de Minnie, ou encore les chuchotements, les fausses alarmes et autres effets spectaculaires des films d'horreur de l'époque. Les courts métrages de Mickey faisaient souvent allusion à des films américains contemporains, ce qui était d'autant plus pertinent car les gens qui se rendaient au cinéma pour voir un film regardaient le cartoon qui était diffusé avant. Lorsque Mickey lance au gorille "Bring her back Mr. Ingagi.", c'est une référence au film Ingagi (1930) réalisé par William Campbell, dans lequel une expédition se rend au Congo pour enquêter sur une tribu d'adorateurs de gorilles. Après plusieurs péripéties, l'expédition finit par trouver la tribu mais regarde impuissante le sacrifice d'une jeune femme par un énorme gorille qui l'emporte avec lui. Les explorateurs se mettent alors à la poursuite du gorille afin de délivrer la jeune femme. Le succès de ce film était tel qu'il poussa RKO Pictures à investir dans le film King Kong (1933). D'une série à l'autre, il était courant de voir des thèmes et des gags entiers être repris pour d'autres situations avec des personnages différents. Le thème de The Gorilla Mystery sera ainsi repris dans The Pet Store (1933) et plus tard dans pour la série Donald dans Donald Duck and the Gorilla (1944) dans lequel Donald doit capturer un gorille qui s'est échappé du zoo avec l'aide de ses trois neveux Riri, Fifi & Loulou.
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Mickey Mouse Follies: B&W
DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
Pioneer Days (Pioneer Days)
Anno 1930
fonte: la tana del sollazzo
Nuovo corto in costume per Topolino, questa volta ambientato nei "giorni dei pionieri" con tutti gli sterotipi western del caso, con carovane, indiani e bivacchi. Gli indiani infatti attaccano la gang di Topolino, e danno il via a buffe gag, combattimenti e scene d'azione. Anche se l'apice su questo tema lo avremo con Pippo in Californy'er Bust, il corto è assolutamente godibile e ben strutturato e rappresenta un ulteriore passo avanti, graficamente parlando. Poi in entrambi gli schieramenti sono presenti personaggi molto divertenti, come gli indiani che fanno la danza del ventre o il vecchio pioniere vedovo con la sua storia strappalacrime.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
domenica 25 agosto 2013
Fuga dalla Prigione (The Chain Gang)
Anno 1930
fonte: la tana del sollazzo
Quando un microcosmo non è ancora ben definito capita di trovare cose alquanto stranianti, e se Topolino che "violenta" Minni in Plane Crazy è una divertente stravaganza, il vedere Topolino e l'intera sua gang nel ruolo di carcerati con tanto di Pietri a far da guardiani può lasciar parecchio perplessi. Il corto è comunque molto divertente anche perché dopo una fase musicale arriva il momento di evadere e inizia un divertente inseguimento che lo riporterà paradossalmente proprio in prigione. Questo stravagante cortometraggio è importante perché è ad esso che gli storici del cinema fanno risalire la prima apparizione di Pluto. In realtà i due cani che danno la caccia a Topolino, di Pluto hanno ben poco, giusto giusto un'animazione che verrà poi in seguito riciclata per lui, ma per il resto né le fattezze né il ruolo coincidono. Molto più simile a Pluto sarà invece il Rover che in The Picnic verrà considerato il cane di Minni.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
The Karnival Kid (The Karnival Kid)
Anno 1929
fonte: la tana del sollazzo
Ed ecco dopo molti corti più deboli, venire fuori la verve creativa Iwerksiana che ci porta un corto veramente bello, pieno di spirito, ritmo e belle gag. Minni è una danzatrice del ventre che lavora per un Pietro/Tom imbonitore, Topolino in un primo momento sfotte Pietro per poi andare a flirtare con Minni, ma le parole con cui lo irride (e consiglia al pubblico di tenersi i soldi in tasca) formano la prima vera frase compiuta pronunciata dal topo, ovviamente cantata. E' poi presente un riciclaggio della gag degli hot dog disubbidienti di Oswald (All Wet), nonché un ellissi narrativa che divide il corto in due parti. La seconda è infatti occupata da una serenata esilarante che un paio di gatti chiamati da Topolino dedicano a Minni, e la cosa rimane parecchio impressa dato che per la prima volta si sente cantare una canzone, anche se con voce buffa e toni parodistici. Musicalmente parlando va segnalato anche un reprise del tema di Minni sentito già nella versione sonorizzata di Plane Crazy. Veramente memorabile e divertentissimo anche a distanza di molti anni.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
Mickey's Follies (Mickey's Follies)
Anno 1929
fonte: la tana del sollazzo
Altro bellissimo cortometraggio, validissimo nel suo essere unicamente musicale anche perché ci pone davanti ad un momento storico: l'entrata in scena del mitico tema di Topolino, il Minnie's Yooh-Hoo che Topolino ci presenta qui esprimendo tutta la sua filosofia di ragazzo di campagna che tra un animale e l'altro pensa sempre alla sua Minni. La canzone diventerà l'inno del primissimo Mickey Mouse Club (quello anni 30), per cui Walt Disney creerà anche una sorta di versione estesa per un piccolo karaoke, nonché il primo successo discografico Disney con quattro anni di anticipo da Who's Afraid of the Big Bad Wolf? Inutile dire che l'orecchiabile e irresistibile canzoncina diventerà anche il tema dei credits iniziali e ce la porteremo avanti per molto tempo, fortunatamente. Il corto però, pur essendo costruito intorno a questo piccolo evento non rinuncia alle valide gag, e infatti è veramente ben fatto: vi è un numero musicale tra un gallo e una gallina assai divertente che anticipa lo stesso ballo che vedremo in Woodland Café, ma soprattutto viene definito un personaggio che finora era sempre stato vagamente accennato: la figura della maialona grassa che acquista qui il nome di Patricia Pig esibendosi in una comicissima versione di O Sole Mio. Il personaggio continuerà a far comparsate, anche nelle strips di Gottfredson, nonché nella produzione di Scarpa e Casty, in cui verrà affiancata al maiale Percy, suo corrispettivo maschile che è possibile individuare un po' in tutte le figure generiche maialesche che appaiono nei corti di questi anni.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
Topolino Gaucho (The Gallopin' Gaucho)
Anno 1928
fonte: la tana del sollazzo
Al secondo cortometraggio ecco già un interpretazione "in costume", con un Topolino ispirato a Douglas Fairbanks nei panni di un gaucho ricercato, una vera canaglia che fuma, beve birra e ci prova con una Minni che per la prima volta sfoggia un reggiseno. Arriverà il momento dell'eroismo quando si troverà a doverla salvare da un Pietro Gambadilegno (qui ancora chiamato Terrible Tom) finalmente gattizzato e ingrassato. E' anche il primo scontro fisico tra i due. Il corto si ricorda per alcune gag veramente folli e ben ritmate come quando per riuscire a baciarsi meglio i due topi trasformeranno le code in molle. Lo stile grafico di Topolino e Minni è ancora primitivo, i due sono privi di guanti e i loro occhi non sono ancora quei puntini neri che vedremo ma una gigantesca calotta con delle linee nere che li separano dal muso. Topolino ha qui per la prima volta delle scarpe.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
L'Aereo Impazzito (Plane Crazy)
Anno 1928
fonte: la tana del sollazzo
Il primo cartone di Topolino non è Steamboat Willie, bensì Plane Crazy, al quale seguì The Gallopin' Gaucho. Questa è ormai storia nota: Walt deluso dal brutto affare con Minz in treno ripensò ad un topolino che gli veniva a fare visita tutti i giorni al tavolo da disegno e che lui aveva ammaestrato. Una volta deciso che sarebbe stato il soggetto della sua nuova serie decise di chiamarlo Mortimer, ma la moglie gli consigliò il nome Mickey, più sbarazzino e meno serioso. Il nome Mortimer sarebbe stato in seguito usato per ben tre personaggi: lo zio ricco di Minni, il rivale di Topolino e Tip. Ub Iwerks affinò il disegno di Walt e si mise al lavoro su questi primi due corti che uscirono muti su scala locale, per venir sonorizzati e redistribuiti in seguito. Plane Crazy è un vero capolavoro: gag divertentissime, un ritmo invidiabile e tanta genialità. Il fanatismo aereo di Topolino ricorrerà poi anche nelle strips più e più volte a cominciare dalla prima, realizzata dagli stessi Walt e Ub che ricalca proprio Plane Crazy. Le atmosfere rurali vengono definite già qui, e appare per la prima volta anche Minni, la quale inizialmente ritrosa verrà spaventata, ricattata e baciata controvoglia da un Mickey più monello che mai. Arte allo stato puro, che il passare degli anni non scalfisce minimamente.
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Mickey Mouse Follies: B&W
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DVD - Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero
DVD - Walt Disney Treasures - Oswald il Coniglio Fortunato
Walt Disney Treasures - Pippo la Collezione Completa - DVD
Contiene i seguenti cortometraggi:
disco 1
disco 2
Contenuti speciali:
disco 1
- documentario: l'essenziale di Pippo
- documentario: Pinto Colvig - l'uomo dietro Pippo
disco 2
- documentario: una chiaccherata con la voce di Pippo: Bill Farmer
- galleria di poster
- galleria memorabilia
- Pippo attraverso gli anni - galleria di disegni
Walt Disney Treasures - Topolino in Bianco e Nero - DVD
Contiene i seguenti cortometraggi:
disco 1
disco 2
Contenuti speciali:
disco 1
- documentario: Frank e Ollie... e Topolino
- sceneggiature di Steamboat Willie e Mickey Steps Out
- sequenze degli schizzi
disco 2
- prova a matita: The Mail Pilot (l'unica animazione a matita rimasta)
- galleria di poster
- sequenze degli schizzi
mercoledì 14 agosto 2013
Il Re Leone 3 - DVD
Contiene:
Il Re Leone 3 - Hakuna Matata (The Lion King 1 1/2 - Hakuna Matata)
Contenuti speciali:
- gioco: dov'è Topolino
- scene eliminate
Il Re Leone 3 - Hakuna Matata (The Lion King 1 1/2 - Hakuna Matata)
Anno 2004
lungometraggio direct to video dei Disney Toon Studios.
fonte: la tana del sollazzo
Capolavoro. Questo è in assoluto il primo film dei Toon Studios che graficamente parlando si può considerare confondibile con l'originale. In nessuno dei loro migliori prodotti come Il Re Leone 2, Lilli e il Vagabondo 2 o Estremamente Pippo si era presentata questa caratteristica, e benché le animazioni fossero molto buone, qua e là si vedeva che i personaggi non erano identici ai modelli del primo film, ma se ne discostavano leggermente, vuoi per il tempo che passa, vuoi per il diverso stile degli autori. Questo colpaccio sarebbe riuscito in seguito solo con Lilo & Stitch 2 e solo parzialmente (visto che gli elementi di modernità sarebbero filtrati comunque) con Bambi 2. Qui invece non vi è alcuna differenziazione stilistica, e infatti il Simba che si vede è il Simba originale, il Pumba che si vede è il Pumbaa originale e così via. E cosa non meno importante pure colori, sfondi, ambientazioni sono le stesse del Re Leone.
E anche la storia. Perchè Il Re Leone 3 a dispetto del menzognero titolo italiano non è affatto un sequel della vicenda di Kovu e Kiara, ma un remake umoristico del primo Re Leone, visto però dal punto di vista di Timon & Pumbaa. La struttura del lungometraggio è, azzarderei dire, qualcosa di assolutamente mai visto nella storia del cinema: un mix assolutamente geniale e assurdamente delirante di, prequel, midquel, paraquel con una massiccia dosa di metacinema. Per capire bene di cosa si tratti è utile descriverne la struttura. Innanzitutto va premesso che tutto il film è proiettato su uno schermo cinematografico e che alla visione assistono Timon e Pumbaa, che però non si vedono mai se non in silhouette. I due nel corso della durata interromperanno più volte la visione per commentare ironicamente alcune scene, per fare il karaoke o anche solo per cambiare accidentalmente canale, guarda caso proprio nei punti di maggior suspance. Più che il film di Pumbaa, il cui passato era stato raccontato nel primo film durante Hakuna Matata, potremmo dire che questo è il film di Timon. Si inizia infatti con la fase prequel, in cui vengono raccontate le difficoltà di inserimento di Timon nel suo branco di suricate, impegnate ogni giorno a fuggire dalle iene. Gli unici due personaggi nuovi del film appaiono proprio in questo pezzo, e sono l'affettuosa madre di Timon e l'arcigno zio Max, che in virtù del loro essere due personaggi nuovi, sono gli unici che hanno la libertà di discostarsi dallo stile del primo film, anche se di poco. Zio Max è infatti l'unico a cui sono concessi certi movimenti estremi, mentre il resto del cast si attiene strettamente alla pur vasta gamma di pose e espressioni viste nel Re Leone. La colonna sonora è tutta un florilegio di citazioni a famosissimi brani del Re Leone sia strumentali che cantati come Hakuna Matata o Be Prepared. In questa parte di film però hanno luogo le due canzoni nuove principali: la prima è Digga Tunna, il coro che descrive la vita monotona dei suricati, un inizio travolgente e in puro stile musical con un forte umorismo intrinseco. Si passa poi a That's All I Need, la canzone in cui Timon esprime i suoi sogni, che era stata originariamente scritta un decennio prima da Elton John e Tim Rice con il titolo Warthog Rhapsody, ma era stata poi sostituita dalla celeberrima Hakuna Matata. Questa parte si conclude con l'autoesilio di Timon dal branco e con il suo incontro con Pumbaa.
La seconda parte del film verte tutta nella ricerca di un nuovo posto dove stare, seguendo le regole dell'Hakuna matata, principio insegnato a Timon da Rafiki. Ed è quella che ci potrebbe definire la fase paraquel, dal momento che i protagonisti nella loro ricerca finiranno spesso e volentieri in alcune scene del primo film vivendole in parallelo. Ovviamente sono tutte scene che avvengono prima della loro effettiva entrata in scena, e questa parte finisce per rivelare gustosi - e un po' prosaici - dietro le quinte che spiegano il vero motivo per cui in Circle of Life gli animali si erano inchinati o in I Just Can't Wait to Be King si era verificato il crollo della piramide di animali. I protagonisti nella loro ricerca attraversano il cimitero degli elefanti, la gola della carica degli gnu, fino ad approdare finalmente al luogo definitivo, la foresta lussureggiante in cui li abbiamo visti abitare nel Classico del 1994. In questa fase la colonna sonora è priva di brani inediti, ma ogni canzone apparsa ne Il re Leone viene in qualche modo citata, compresa It's a Small World, la canzone dei fratelli Sherman che accompagna l'omonima attrazione a Disneyland e che nel primo film veniva intonata da Zazu. La cosa buffa è che il tempo che vediamo trascorrere per Timon & Pumbaa, non corrisponde affatto al tempo che scorre parallelamente per Simba, ma alla durata effettiva del lungometraggio originale. Può capitare che improvvisamente si passi dalla parte iniziale con Simba neonato a quella successiva in cui Simba è cresciuto senza che per Timon & Pumbaa passi più di una notte.
Con l'arrivo di Simba nella storia le linee narrative si uniscono e non è più possibile giocare coi parallelismi come prima, ed è qui che il film compie dei miracoli per riuscire a filare pur con una struttura così bislacca. La terza parte è infatti un midquel ambientato durante il periodo di permanenza di Simba nella giungla e racconta del suo passaggio dall'infanzia all'età adulta. La paternità di Timon e Pumbaa è all'insegna di momenti topici caratterizzati da un'ottima colonna sonora. Innanzitutto vi è un rifacimento di The Lion Sleeps Tonight in cui vengono mostrate sequenze in notturna in cui Simba sveglia Timon per chiedergli questa o quella cosa, interrotte però da marachelle diurne di Simba in cui si sente ben altra musica. Il mix è senza dubbio originale - come tutto in questo film - ma senz'altro piacevole, anche perchè dopo mille interruzione la canzone ha finalmente modo di finire in modo poetico e trasognato. Segue poi la non meno bella gara a chi mangia più chiocciole in cui Timon e un Simba adolescente si sfidano sulle note del tema del Buono, il Brutto, il Cattivo di Ennio Morricone. Un altro dei meriti del film è quello di ripescare questo modello "di mezzo" tra il Simba cucciolo e il Simba adulto, che nel film si vedeva solo per pochi secondi nella sequenza della passerella sul tronco d'albero in Hakuna Matata. La crescita di Simba è qui narrata con la terza canzone originale del film: Sunset, Sunrise, intonata da Pumbaa e Timon, timorosi di star perdendo il proprio cucciolo.
E poi arriva Nala. E con lei la quarta parte. E le acrobazie che fa questo film per proseguire diventano inenarrabili. Da qui in poi infatti Il Re Leone 3 prosegue raccontando per filo e per segno gli eventi del finale del Re Leone. Solo che ora non ci sono più ellissi temporali da sfruttare, tutto è narrato più o meno in tempo reale e non resta che sfruttare tutti i momenti in cui Timon & Pumbaa non erano direttamente inquadrati per costruirci attorno una storia. Ecco quindi un gustoso dietro le quinte di Can You Feel the Love Tonight in cui si raccontano i sabotaggi che i due mettono in atto per non lasciare che l'amore li avvolga stanotte, e soprattutto un sapiente gioco a incastro volto a collocare ogni scena o immediatamente prima, o immediatamente dopo, quando non a mostrare le stesse immagini del Classico ma da un'angolazione differente. E incredibile a dirsi ma in tutto questo gli autori riescono a far stare una "crisi" tra i due amici che trova la sua soluzione nella decisione di andare insieme a combattere la battaglia finale contro le iene. Il combattimento che avviene in parallelo a quello tra Simba e Scar vede la partecipazione di Zio Max e della mamma di Timon, che all'occorrenza spuntano dal terreno per supportare i nostri nella lotta, chiudendo idealmente il cerchio iniziato coi problemi di branco di Timon. Ed è dopo l'incoronazione di Simba che il film giunge a compimento col trasferimento in massa del branco di suricati nelle terre del branco, segnando così il trionfo di Timon. Ovviamente in questa parte non manca la musica, nuova o riproposta: il balletto hawaiiano di Timon, un reprise corale di Digga Tunna e Grazing the Grass ascoltabile nei titoli di coda insieme ad un reprise di That's All I Need e una versione dance di Digga Tunna. Ma la vera sorpresa giunge prima dei titoli di coda quando si torna alla realtà del cinema e a reclamare una seconda visione del film giungono Mamma, Zio Max, Topolino, I Sette Nani, Paperino, Pippo, Stitch e tutto il cast dei classici Disney fino a quel momento conosciuto. Un finale assolutamente fuori di testa per un film che è quanto di più assurdo sia mai uscito dagli studi Disney.
La cosa più assurda di tutte è che, a dispetto della trama bislacca, tutto quanto funziona alla perfezione e il film si guadagna una sua autonomia che lo rende piacevole, tutt'altro che slegato, e fruibilissimo anche indipendentemente dal Re Leone. All'uscita in dvd, il film venne onorato di un edizione extralusso con ben due dischi, onore che la Buena Vista avrebbe ben presto smesso di tributare anche ai Classici. Con Il Re Leone 3, il cui titolo originale e assai più logico è The Lion King 1 1/2, si ha la fine del medioevo dei direct-to-video caratterizzato da prodotti scadenti e spesso opera della Disney Televison. Una nuova epoca era iniziata, in cui la qualità dei direct-to-video sarebbe rimasta, salvo rarissimi casi, sempre alta. Un livello qualitativo come quello di questo film però non lo avremo più visto fino a Lilo & Stitch 2, anch'esso indistinguibile come stile da un film della Disney Feature Animation.
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DVD - Il Re Leone 3
Topolino Paperino Pippo in I Tre Moschettieri - DVD
Contiene:
Topolino Paperino Pippo in I Tre Moschettieri (Mickey, Donald and Goofy in The Three Musketeers)
Contenuti speciali:
- scene eliminate
- selezione canzoni
- gioco: i molti cappelli di topolino
- documentario: making of
- commento degli "attori"
Topolino Paperino Pippo in I Tre Moschettieri (Mickey, Donald and Goofy in The Three Musketeers)
Anno 2004
lungometraggio direct to video dei Disney Toon Studios.
fonte: la tana del sollazzo
Il progetto di recupero dei personaggi standard, dopo la breve parentesi Movietoons sarebbe definitivamente passato nelle mani della Television, con le sue due serie tv Mickey Mouse Works e House of Mouse, e successivamente in quelle ben più capaci della sottosezione adibita ai lungometraggi: i Disney Toon Studios.
Nel ciclo dei quattro direct-to-video prodotti coi personaggi standard I Tre Moschettieri occupa il terzo posto, dopo Topolino e l Magia del Natale e Estremamente Pippo, ma questo lungometraggio si distacca dai precedenti per un motivo molto semplice: si tratta del primo lungometraggio "regolare" coi personaggi Disney standard. Fantasia, Bongo e i Tre Avventurieri, il ciclo latinoamericano o la bilogia natalizia erano infatti film a episodi, in cui Paperino, Topolino e Pippo occupavano uno spazio limitato e spesso di respiro pari a quello corto o mediometraggistico. Film come Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta, o i due film di Pippo si avvicinavano di più all'idea di lungometraggio con la banda Disney, ma per loro stessa natura altro non erano che spin-off che riguardavano un numero assai esiguo di personaggi.
Con I Tre Moschettieri si cambia musica: tutto il cast principale della banda Disney viene coinvolto finalmente in una racconto in costume ad ampio respiro, ispirato al romanzo di Dumas seppur liberissimamente. Anzi, diciamolo, ispirato solo ed esclusivamente per quanto riguarda titolo e contesto storico, perchè dell'opera di Dumas qui non c'è traccia se non nel cappello autografato da Athos, Portos, Aramis e D'Artagnan che Topolino sfoggia orgoglioso. Si ritorna agli antichi splendori dei cortometraggi classici riproponendo il classicissimo Trio Topolino-Paperino-Pippo finalmente riunito e caratterizzato alla perfezione. Topolino infatti è adorabile, un vero e proprio manuale di come lo si dovrebbe caratterizzare: con molta simpatia, una manciata di incoscenza, una di ingenuità e tantissimo brio. Accanto a un Topolino da ammirare stanno le sue due spalle, un Pippo tontolone, ma che avrà modo di esprimere il suo "pensiero laterale" almeno in un'occasione, e soprattutto un Paperino combattuto tra codardia e desiderio di riscatto che avrà modo di far bella figura sul finale, dopo un bellissimo momento in cui il personaggio entra davvero in crisi, strappandosi gli abiti di scena e rimettendosi la giubba alla marinara. L'innalzamento tonale tipico dei lungometraggi, che in quanto tali devono per forza avere al suo interno dei climax che preludano a una crisi e ad un combattimento finale, viene qui sperimentato quasi per la prima volta, dopo che lo si era parzialmente adoperato per Il Principe e il Povero, altro racconto in costume con la banda Disney, che però essendo un mediometraggio durava meno. E' chiaro che la voce di Paperino poteva in questo frangente diventare un limite bello grosso. Sarebbe stato facile anche se svilente per il personaggio, relegarlo alle gag comiche non facendogli dire niente di importante, ma qui il problema viene abilmente aggirato riservando a Paperino tutte le frasi che possano far reagire in qualche modo i suoi interlocutori, sbalordendoli, spaventandoli o facendo quindi in modo che tra sé e sé ripetano quanto appena sentito. Il personaggio viene in questo modo sapientemente sottotitolato, senza dare troppo nell'occhio, non risparmiandogli tuttavia qualche frecciatina da parte di Topolino e soci che ogni tanto faticano a capirne le parole. Oltre al trio è presente l'immancabile Pluto, Minni nel ruolo di principessa e Clarabella nell'insolito ma adattissimo ruolo di femme fatale, cattiva in via di redenzione. C'è poi Paperina, una dama di compagnia perfettamente in bilico tra quella dolcezza derivatale dalla tradizione cortometraggistica e quel cinismo che la tradizione fumettistica e le sue ultime apparizioni televisive le avevano conferito. Tra i cattivi militano invece un Gambadilegno lontano dalla tipizzazione che recentemente aveva visto prendere le sue sembianze personaggi da lui diversissimi ma sempre negativi come il signor Pietro di In Viaggio con Pippo. Qui Gamba è un grasso gradasso grosso con tanto di moncone in puro stile anni 30. E del tutto a sorpesa ecco tra i suoi sgherri i Bassotti alla loro prima apparizione animata dopo il mediometraggio Soccermania e la serie tv Duck Tales. Sono Bassotti strani questi, un trio di briganti dalla pelle grigiastra, di cui due assolutamente identici tra loro in accordo alla tradizione, e uno minuscolo, forse memore delle deformazioni che sulla Banda Bassotti aveva operato Duck Tales. Si sente un po' la mancanza di personaggi che avrebbero potuto completare il panorama, come il povero Orazio, tolto di mezzo per favorire la relazione Clarabella/Pippo e Zio paperone, che come tesoriere del castello avrebbe fatto la sua figura. C'è invece un personaggio nuovo, la tartaruga menestrello che funge da narratore della vicenda, rivolgendosi al pubblico e cantandone spesso e volentieri la colonna sonora. Perchè si sia voluto dare a un personaggio nuovo un ruolo che era stato ritagliato addosso al Grillo Parlante non è dato saperlo, ma non si può fare ameno di apprezzare questo tenero personaggio, che con il suo modo di fare timido e garbato si accattiva non poco le simpatie del pubblico.
Non si può certo dire che la trama de I Tre Moschettieri sia corposa, è infatti una storia semplice e non pretenziosa raccontata con garbo e con una sapiente sceneggiatura. E la storia di come Topolino, Paperino e Pippo coltivino fin da piccoli il sogno di diventare moschettieri, e di come il capitano delle guardie Pietro li nomini finalmente guardie del corpo della regina, sperando di sfruttarne l'incapacità per fare un colpo di stato. Una storia che può dare tanto o poco a seconda di come viene gestita. E qui viene gestita più che bene a suon di gag divertenti, momenti topici e simpatici anacronismi, come i fast-food o gli abiti tradizionali che Topolino e Paperino sfoggiano in alcuni momenti molto particolari.
Strepitosa è la colonna sonora, che anziché proporre nuovi brani rischiando di essere mediocre, preferisce muoversi in ambito classico proponendo alcune celebri arie prese dalla musica classica o lirica. I brani che qui vengono cantati con del testo creato per l'occasione sono di già per per sé una gioia per le orecchie e la loro collocazione qui fornisce un valore aggiunto che rende il tutto gustosamente parodico e dannatamente disneyano. Dopo un inizio metanarrativo in cui la tartarughina narratore introduce la storia facendo entrare lo spettatore tra le pagine di un comic-book, arriva il tema principale dei moschettieri pippidi: All for One and One for All basato su Orpheus in the Underworld di Offenbach, il celeberrimo come Can-Can. C'è poi il motivetto A - You're Adorable canticchiato da Pietro mentre si fa la doccia, che occupa pochi secondi per poi passare a Love so Lovely, il tema della principessa Minnie, ricalcato sul Nutcracker e sul Romeo & Juliet di Tchaikovsky. La canzone di Pietro, Pitey's King of France è invece basato sul In the Hall of the Mountain King di Edvard Grieg, famoso per la sua cupezza, mentre il tema d'amore che si sente nella tenerissima sequenza in cui Topolino e Minnie tornano a Parigi, Sweet Wings of Love, altro non è che il Blue Danube di Strauss. Ma il pezzo più esilarante è senza dubbio il duetto tra Pippo e Clarabella, in cui lui si mette a corteggiarla mentre lei sta cercando di farlo fuori, finendo così per far breccia sul suo cuore. La musica di questo brano, Chains of Love, viene direttamente dall'Habanera della Carmen di Bizet, ed è interpretata da un Pedicini che finalmente sembra star trovando il giusto modo di emulare Amandola come voce di Pippo. This is the End , è nientepopodimenoche la Symphony no.5 di Beethoven, ed è cantata a suon di ingiurie dalla tartaruga per scuotere Paperino e invogliarlo a partire alla riscossa. La battaglia finale che ne conseguirà verrà assai sdrammatizzata dal fatto di essere combattuta a suon di musica sul palcoscenico de L'Opera mentre come se niente fosse alcuni attori continuano a intonare le arie di The Pirate of Penzance and Princess Ida. Un modo per non prendersi troppo sul serio, facendo capire a chiunque si sentisse deluso dalla leggerezza della storia che altro non è che un allegra avventura di Topolino & soci.
Graficamente parlando siamo a livelli molto alti. Disegni e animazioni curatissime che non fanno certo sfigurare i personaggi portabandiera del mondo Disney facendo capire quanto amore verso di loro sia stato trasfuso nella realizzazione del film. Gli sfondi pure sono molto buoni, anche se colorati con toni molto tenui e pastellosi che rendono il film delicatissimo. Un'impostazione tutt'altro che spettacolare ma molto umile, che si vede anche nella composizione delle scene con trovate registiche molto sobrie e senza vertiginosi spostamenti di telecamera. Ci sono però molte citazioni più o meno volute specie nell'albo a fumetti che introduce la narrazione (e che tornerà nei titoli di coda), in cui si vede l'infanzia in povertà del Trio, strizzando l'occhio alle scene che in Bongo e i Tre Avventurieri li vedevano dividersi un fagiolo in tre.
In questo piccolo capolavoro molto impegno venne messo, e fu una bella delusione per il regista Donovan Cook, quando si vide negare da Eisner l'opportunità di mandare la sua opera sul grande schermo. Secondo Eisner i tempi dell'animazione tradizionale erano finiti e un prodotto come questo non sarebbe dovuto uscire dal circuito direct-to-video. I Toon Studios si rimboccarono così le maniche e cominciarono a progettare il loro primo film in computer grafica, utilizzando guarda caso ancora i tanto amati personaggi della banda Disney. MIckey's Twice Upon a Christmas era in arrivo.
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sabato 16 febbraio 2013
Il Porcellino Pratico (The Practical Pig)
Anno 1939
fonte: la tana del sollazzo
Silly Simphony o non Silly Simphony? Pur essendo stata pubblicizzata come una Silly, con tanto di ciclo di tavole domenicali pubblicato in largo anticipo e locandina riportanti il celebre logo, una volta al cinema gli spettatori si ritrovano davanti un logo tutto nuovo che sembra preludere ad una serie regolare con protagonisti Gimmi, Timmi, Tommi ed Ezechiele. Non si sa, conoscendo Walt, quanto questa idea gli andasse a genio visto che non vedeva di buon occhio i sequel, certo è che d'altra parte trasformare la solita formuletta in un contesto narrativo parallelo a quello dei soliti personaggi poteva essere interessante anche nell'ottica di espandere questo mondo. Ciò non sarebbe stato fatto se non nei comic book, dove grazie all'arrivo di Lupetto, Ezechiele avrebbe goduto di una seconda giovinezza e di un pretesto narrativo molto interessante, e quindi The Practical Pig ad oggi rimane il primo ed ultimo corto appartenente alla serie personale dei porcellini, una serie abortita e quindi per molti storici del cinema una semplice Silly Simphony dallo strano logo realizzata così dato il periodo di congiuntura in cui è uscita. Quel che è certo è che andando a valutare i contenuti del corto, ci si trova davanti ad un upgrade davvero impressionante, rispetto ai corti precedenti: non solo grazie al tocco di Fred Moore la grafica si è arricchita rendendo i porcellini più tondi ed espressivi, ma assai piacevoli sono pure le sembianze e le espressioni del lupo, c'è un maggior approfondimento sui personaggi e una caratterizzazione sempre migliore di ognuno di loro. Anche dal punto di vista degli sfondi si sentono tutti i progressi compiuti in un decennio di Silly Simphony, e il risultato finale è che questo Practical Pig assomiglia più a Pinocchio che agli altri cortometraggi. Certo, la trama è abbastanza classica con il solito rapimento del lupo, e senza neanche un pretesto fiabesco impiantato nella storia, ma il modo in cui il tutto viene rinnovato ha dell'ammirevole. Anche la regia si è fatta più moderna, dinamica, e sente il bisogno di variare la formula: ecco quindi l'erede dell'ammansitore per lupi, la macchina della verità con cui un Gimmi più accigliato che mai tortura Ezechiele con inquadrature frenetiche, brusche carrellate e movimenti di camera impensabili pochi anni prima. Bellissima l'ultima inquadratura del Lupo sparato in aria come un razzo, come anche l'interazione con i tre lupetti alla loro ultima apparizione, e persino le gag sono assolutamente fulminanti, con il Lupo che bugia dopo bugia si fa sempre più male, la lettera di Ezechiele tutta sgrammaticata o Gimmi che nel finale riceve un piccolo scorno che incrina leggermente la sua intoccabilità di saggio. Insomma sarà anche un unicum ma The Practical Pig rimane un gioiello, che dimostra come a livello stilistico il periodo che va a cavallo degli anni 30 e 40 sia assolutamente il migliore.
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mercoledì 6 febbraio 2013
Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri - BluRay
Contiene:
Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri (The Rescuers Down Under) - 29° lungometraggio Walt Disney Animation
Contenuti speciali:
- documentario: Making of
Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri (The Rescuers Down Under)
Anno 1990
29° lungometraggio Walt Disney Animation
fonte: la tana del sollazzo
Sono vari i motivi che rendono questo film un'anomalia assoluta nell'intero panorama disneyano.
Innanzitutto Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri va a incastrarsi in un momento particolarissimo della storia della Disney. La fine del periodo Xerox, che durava dagli anni '60, e la rinascita avuta con La Sirenetta erano state accompagnate da un "codice" non scritto, che da quel momento fino alla fine del decennio sarebbe stato ossequiosamente rispettato. Trattare di vita, di morte, d'amore, il rifarsi a un patrimonio culturale ben radicato nel nostro immaginario, il non sbilanciarsi verso un determinato genere, cercando di condensare il maggior numero di elementi nello stesso film per accontentare un pubblico il più vasto possibile, erano le regole implicitamente stabilite. Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri rompe con questo codice appena introdotto, inserendosi a forza, e in modo alquanto intrusivo, nell'ideale linea continuativa che collega La Sirenetta a La Bella e la Bestia, Aladdin e Il Re Leone. E sebbene tecnicamente parlando, con i suoi maestosi fondali colorati al computer e le sue virtuosistiche animazioni, il film segni un punto di svolta grafico, che ci porterà dalla povertà dei film degli anni precedenti allo splendore degli anni '90, la struttura del film è invece parecchio affine a quella che avranno i Classici dei primi anni del nuovo millennio, quelli del periodo sperimentale: il film si sbilancia verso un genere preciso. Il risultato è un delizioso film d'azione/avventura, caratterizzato quindi da un ritmo più serrato, da un'ambientazione al tempo presente e dalla totale mancanza di canzoni: scelta, abbastanza insolita per i tempi, finora operata solo in Taron e la Pentola Magica. La colonna sonora però è ottima, e l'intensità di alcuni brani strumentali rendono ancor più spettacolari certe sequenze ambientate nei cieli, durante i vertiginosi voli dell'aquila Marahute. L'edizione italiana tuttavia è stata "arricchita" nei titoli di coda da una canzoncina pop, Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri, cantata da Arianna, cantante Disney assai famosa qualche lustro fa, ma oggi del tutto dimenticata.
Un altra peculiarità di Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri è che si tratta di un sequel. Nel 1990 l'abitudine di sequelizzare i Classici Disney tramite film direct-to-video di qualità discutibile era ancora di là da venire. Il Ritorno di Jafar sarebbe stato prodotto solo cinque anni dopo infatti, e se escludiamo l'affinità tra Saludos Amigos e I Tre Caballeros o la debole continuità che legava tra loro alcuni corto o mediometraggi con protagonisti I tre porcellini, Casey o Winnie Pooh, quel che otteniamo è un panorama totalmente sgombro da ritorni. Perchè allora omaggiare Le Avventure di Bianca e Bernie di un seguito? Innanzitutto c'è da considerare il fatto che questo film non prosegue affatto la storia iniziata nel '77: Bianca e Bernie appartengono a una società di salvataggio e il loro lavoro consiste nel prender parte a un innumerevole quantità di missioni. Ogni missione è una storia diversa, che può avere un setting o una motivazione totalmente differente dalla precedente, questo conferisce alla coppia di topolini una certa riproponibilità che li rende sfruttabili all'infinito senza grandi forzature narrative (tempo fa si era persino vociferato di un terzo capitolo). Che Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri desideri essere un film a sé ma con personaggi conosciuti, poi, lo si capisce sin dalle prime scene, incentrate sull'elemento discriminante anzichè sulla coppia di topolini presenti in entrambi i film: dopo la stupenda corsa della telecamera verso l'Ayers Rock assistiamo al risveglio di un bambino, Cody, e al salvataggio di un'aquila. Arriva poi la scena madre, il volo del bambino in groppa all'aquila, assolutamente da pelle d'oca. Tutto questo senza che Bianca e Bernie entrino minimamente in scena, come a voler suggerire che questo è principalmente il film di Cody e la sua aquila, prima ancora che un sequel di Bianca e Bernie.
Questo non significa che i due topolini siano dimenticati. Inseriti in una New York più moderna, graficamente aggiornati e resi più adulti, i due devono guardarsi dalle insidie di un terzo vertice, Jack. L'espediente è banalotto e a fin di bene ma intrattiene quel tanto che basta per mostrarci la coppia sotto una luce nuova. Strano il rimpiazzo di Orville con Wilbur, il completamento della citazione ai fratelli Wright ci sta tutta ma "sprecare" così un personaggio è quasi poco rispettoso, anche se Wilbur ha una caratterizzazione decisamente più moderna. Un po' improvvisato e poco credibile, poi, l'espediente che è stato usato per trattenerlo in Australia più del previsto, e sfruttarlo di più, anche se sfocia nella divertente scenetta dell'ospedale. Il film ha poi un nuovo villain, il becero bracconiere McLeach e la fedele iguana Johanna, simpatici ma non certo interessanti quanto Medusa e i suoi coccodrilli.
Infine non si può non segnalare un buchetto nella sceneggiatura, presente anche in Lilli e il Vagabondo: gli animali intrappolati da McLeach, dopo essersi mangiati un buon quarto d'ora di film non vengono minimamente ripresi, lasciando incerto il loro futuro. Si poteva risolvere la cosa facendoli partecipare direttamente all'azione o con un piccolo accenno sul finale, fin troppo sbrigativo benchè d'effetto.
The Rescuers Down Under uscì nel natale 1990 abbinato al mediometraggio Il Principe e il Povero che segnava il ritorno dopo un assenza di sette anni dal grande schermo di Topolino. Uno spettacolo unico incentrato tutto sui ritorni topeschi. L'unico altro sequel dei Walt Disney Animation Studios sarebbe stato Fantasia 2000 in cui il volo delle balene avrebbe riecheggiato quello dell'aquila Marahute. Non c'è da stupirsi che il regista della sequenza fosse proprio lo stesso: Hendel Butoy.
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