martedì 25 settembre 2012

Il Pianeta del Tesoro (Treasure Planet)



Anno 2002
43° lungometraggio Walt Disney Animation

fonte: la tana del sollazzo
Uno dei migliori lavori mai sfornati dalla Disney è anche paradossalmente uno dei suoi massimi flop. Come possa aver avuto una simile sorte un bellissimo film come Il Pianeta del Tesoro è una cosa che si spiega solo nella pessima campagna pubblicitaria. Nel Natale del 2002, quando il film uscì nella sale, pochi sapevano della sua esistenza, e così uno dei film più magici mai prodotti dagli studios passò quasi totalmente in sordina, stritolato da un mercato che non vedeva di buon occhio il moltiplicarsi dei film Disney, Classici e non, che in quel periodo affollavano le sale. Un'altra causa di flop può essere il progressivo calo d'immagine dovuto al proliferare di direct to video, e al disorientamento generale che il pubblico subì di fronte ad una Disney che cambiava faccia e stile ogni sei mesi.
Treasure Planet prosegue la tradizione sperimentale, inaugurata nel nuovo millennio, di differenziare il concetto di film d'animazione, scindendolo in sottocategorie: Il Pianeta del Tesoro, come Atlantis, dovrebbe appartenere al genere avventura, eppure ha al suo interno non pochi elementi della tradizione classica anni '90. Non si sa se questo sia dovuto alle radici letterarie dell'opera, una rivisitazione in chiave fantascientifica dell'Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson, o all'inconfondibile stile dei registi John Musker e Ron Clements, reduci da Aladdin, Hercules e La Sirenetta, fattostà che in Treasure Planet la componente psicologico/sentimentale prevale su quella avventurosa.
Al centro del film sta infatti il rapporto tra Jim Hawkins, primo vero "adolescente problematico" della filmografia Disneyana, e il cuoco-pirata Long John Silver, un cyborg animato dal veterano Glen Keane. Keane scatena tutto il suo talento realizzando un personaggio indimenticabile, un duro dal cuore tenero, saggio e ipocrita allo stesso tempo. Le espressioni del viso, la mimica facciale e i suoi movimenti rendono indimenticabile ogni singolo fotogramma in cui questo meraviglioso personaggio appare. Tutto questo senza nulla togliere a Jim che, pur incarnando lo stereotipo del qindicenne ribelle, risulta molto credibile nel suo ruolo: da notare la mascherina d'ombra sui suoi occhi che scompare solo nel finale, come simbolo di maturazione. Altri personaggi che si ricordano volentieri sono il capitano Amelia e soprattutto la mamma di Jim, che graficamente ricorda parecchio Ariel, e che si distingue per simpatia e realismo.
Uno dei punti di forza del film è l'estetica adottata. Ogni location, ogni abito, ogni oggetto presente in scena segue una regola ben precisa: lo stile fantascientifico non supera mai il 30% della resa. Il resto deve infatti essere rigorosamente in stile settecentesco, nè è un perfetto esempio la Legacy, l'enorme vascello-astronave con cui i protagonisti solcano i mari spaziali. I colori all'interno del galeone, nonchè a casa di Jim, sono molto caldi, tendenti al rosso, e fanno un ottimo contrasto con il blu intenso dello spazio, il verde invece è il colore del pianeta del tesoro ed è del tutto assente prima dell'arrivo alla meta. Una scelta cromatica felice che scalda notevolmente le atmosfere del film.
Un'altra particolarità del film è la sequenza musicale I'm Still Here di John Rzeznik. Una canzone all'interno di un film di avventura era l'ultima cosa che ci si sarebbe aspettati di vedere, specie dopo la presa di posizione anti-musical avvenuta da Tarzan in poi, ed è stata la sorpresa più piacevole. I'm Still Here in italiano è cantata da Max Pezzali, che però non ha nè la forza, nè la voce "sporca" di Rzeznik, ma la sequenza resta sempre un gioiello di regia, e un unicum se si pensa che a dirigerla e volerla nel film è stato quel genio di Glen Keane. La sequenza, in pieno stile "canzone della crescita", descrive l'evolversi del rapporto tra il ragazzo e il pirata: vi è un continuo parallelismo tra un presente in cui Jim sta trovando un punto di riferimento per maturare e un triste passato all'ombra di un padre assente. Il climax tocca il suo apice quando Jim bambino rincorre il padre che se ne sta andando di casa, e alla sua figura si sostituisce quella di un Silver raggiante. Nel resto della colonna sonora, composta magistralmente da James Newton Howard, al suo terzo e ultimo lavoro per Disney dopo Dinosauri e Atlantis abbondano temi epici dal vago sapore marinaresco mentre Always Know Where You Are, la canzone dei titoli di coda, dice l'ultima parola sul rapporto tra il ragazzo e il brigante.
In conclusione Il Pianeta del Tesoro nella produzione recente è forse il film che più di ogni altro merita di essere rivalutato, se non altro perchè graficamente parlando è il più curato, e mostra in un'epoca di tumulti cosa significhi innovare rimanendo però nel solco della tradizione Disneyana.

Wikipedia
IMDB

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DVD - Il Pianeta del Tesoro

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