sabato 6 febbraio 2016

Two Chips and a Miss



Anno 1952

fonte: Disney Compendium
Two Chips and a Miss rappresenta senza alcun dubbio il culmine della carriera cinematografica di Cip e Ciop. Si può infatti considerare il punto di arrivo di quel processo che aveva reso i due chipmunk qualcosa di completamente diverso dagli altri comprimari animali che in quegli anni infestavano i corti Disney. Come già si è visto, le loro due distinte personalità avevano spinto gli artisti a concentrarsi sulle loro interazioni e non soltanto sulle dispute ingaggiate con Paperino o Pluto. In questo modo Cip e Ciop erano diventati personaggi a tutto tondo, perfettamente capaci di esistere anche senza i loro soliti avversari. La miniserie in oggetto altro non era che un modo per provare ad esplorare la loro dimensione privata, senza doverli per forza impiegare come pesti. Se in Chicken in the Rough (1951) però il loro universo narrativo non era tanto diverso dalla dimensione animale nella quale vivono Pluto e Figaro, ecco che in Two Chips and a Miss cambia tutto e finalmente li vediamo immersi in una microsocietà simile alla nostra.
Questo cambio di contesto narrativo è sicuramente un salto non da poco: adesso i chipmunk indossano degli abiti, e vivono in tane ricavate dagli alberi ma ottimamente arredate, e dunque civilizzate. Mobili e soprammobili sono infatti basati su oggetti di uso comune, opportunamente reinterpretati: i loro letti sono ad esempio scatole di fiammiferi imbottite di paglia, mentre il vaso di fiori presente in casa loro è ricavato da una pipa. (...)
È proprio questo suo collocare i chipmunk a metà strada fra due diversi stili di vita che rende Two Chips and a Miss tanto riuscito. I personaggi infatti hanno la possibilità di muoversi in una dimensione arborea di grande atmosfera, una vera delizia per l'occhio dello spettatore, ma sono contemporaneamente in grado di vivere una vicenda strutturata che in questo caso li vede diventare addirittura rivali in amore. Nella prima sequenza vediamo Cip e Ciop guardare dalla finestra della loro tana le luci dei night che lampeggiano in lontananza nel mondo “umano”. Con una certa dose di ipocrisia i due fingono di avere in odio la vita notturna, per ingannarsi l'un l'altro e sbarazzarsi così del rivale appena addormentato. Vederli ricorrere a vili mezzucci per avere campo libero e andare a trovare la soubrette Clarice è divertentissimo e sicuramente una ventata di novità dopo anni di scaramucce minimaliste con Paperino. La scena successiva in cui facciamo la conoscenza con la diva, che si diverte a illuderli entrambi facendosi corteggiare, è ugualmente impagabile, ma niente in confronto alla sequenza finale in cui vediamo Clarice finalmente cantare sul palco. (...)
La colonna sonora del corto è firmata da Joseph S. Dubin, compositore che negli anni 50 sta progressivamente espandendo il suo campo d'azione nei corti Disney, affiancandosi a Paul J. Smith e Oliver Wallace, le altre due colonne dello studio. La canzone di Clarice è chiaramente molto caratteristica e nello stile di quegli anni ma funziona davvero bene, specialmente quando i due scoiattoli saliranno sul palco insieme a lei, portando la sfida sul piano musicale. Anche qui si nota come le loro personalità siano ormai davvero sviluppate: Cip, il più classico e conformista dei due, siede al piano, mentre lo scanzonato Ciop ripiegherà su un basso. (...)

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DVD - Cip & Ciop - Guai in Vista 
VHS - Topolino Amore Mio




 

Chicken in the Rough



Anno 1951

fonte: Disney Compendium
Cip e Ciop erano nati nel 1943 come contraltari di Pluto, ma nel giro di pochi anni avevano avuto una carriera folgorante. Dal momento in cui il loro avversario principale divenne Paperino, i due chipmunk vennero infatti dotati di nomi, fattezze e personalità distinte. All'interno della coppia, Cip era quello scontroso e pignolo, mentre Ciop si comportava come un ragazzino scalmanato e perennemente in vena di spiritosaggini. Bastò questo a renderli personaggi a tutto tondo. Il fatto che avessero due caratteri differenti, spesso in contrasto fra di loro, e che pur conducendo una vita da animali fossero in grado di parlare e ragionare come esseri antropomorfi, li rese nettamente più interessanti di figure più limitate, come l'ape Buzz Buzz o gli altri animaletti che in quegli anni proliferavano nei cortometraggi Disney. In breve tempo i due chipmunk arrivarono a monopolizzare i cortometraggi di Paperino e fu chiaro che oramai avrebbero potuto reggere perfettamente una carriera solista. Nel 1951 esce quindi il primo dei tre corti che li vedranno protagonisti assoluti, senza più la presenza di Paperino e Pluto. Si tratta di un ciclo molto breve, la cui repentina chiusura si deve all'improvvisa morte del mercato dei cortometraggi, e non certo all'inadeguatezza dei due titolari.
Chicken in the Rough rappresenta per la serie un inizio non brillantissimo, dato che buona parte dei suoi contenuti derivano in qualche modo da altri cortometraggi Disney. L'intera sequenza iniziale è infatti presa di peso dalla Silly Symphony The Farmyard Symphony (1938), in cui lo spettatore veniva immerso nelle atmosfere rurali di una fattoria, facendo conoscenza prima di tutto con un gallo. Cip e Ciop entrano in scena dopo, ed è un po' strano vederli muoversi in quegli stessi scenari riciclati dal capolavoro di molto tempo prima. La differenza caratteriale fra i due viene sfruttata molto bene e per la prima volta Ciop si separa dal fratello, facendosi coinvolgere nelle dinamiche familiari del pollaio. Quanto avviene dopo non è molto diverso dalla sinossi di Contrary Condor (1944), in cui Paperino si era ritrovato costretto a farsi covare, dovendosi poi fingere un giovanissimo volatile. Infine, l'idea di focalizzarsi solo su Ciop, lasciando il fratello in disparte a disapprovarne le marachelle, verrà usata poco dopo anche in Test Pilot Donald. Pur non trattandosi di materiale granché originale, il corto rimane comunque molto godibile utilizzando al meglio le caratteristiche dei due protagonisti. Il vero capolavoro sui due chipmunk arriverà solo l'anno successivo con Two Chips and a Miss (1952), in cui vedremo il loro microcosmo arboreo trasformarsi in una società complessa e perfettamente in grado di rivaleggiare con la realtà borghese di Topolino e soci. 

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DVD - Cip & Ciop - Guai in Vista 

Cip & Ciop - Guai in Vista - DVD




Contiene:
- Tutto in un Guscio di Noce (All in a Nutshell)
- Chicken in the Rough
- Cip e Ciop (Chip an' Dale)
- Out of Scale
- Two Chips and a Miss
- Up a Tree
- Un Motivo per Bisticciare (Food for Feudin')
- Paperino e la Roulotte (Trailer Horn)


Contenuti speciali assenti

venerdì 5 febbraio 2016

Pippo e l'Home Theatre (How to Hook Up Your Home Theatre)



Anno 2007

fonte: Disney Compendium
Pippo e l'Home Theater è sicuramente un evento nella filmografia Disney, visto che rappresenta il ritorno in grande stile degli studios alla produzione regolare di cortometraggi. Negli ultimi decenni infatti erano stati pochi i corti prodotti dagli studios: giusto una manciata, proiettati unicamente ai festival, allegati come extra nei dvd o, nel peggiore dei casi, rimasti sepolti negli archivi senza alcuna possibilità di essere distribuiti. L'arrivo di John Lasseter a capo degli studios coincide con la riattivazione del cosiddetto short program, che sul modello pixariano si ripropone di trovare una nuova collocazione per questo tipo di materiale, abbinandolo finalmente ai lungometraggi proiettati nelle sale. Diretto da Stevie Wermers-Skelton e Kevin Deters, Pippo e l'Home Theater rappresenta inoltre il ritorno del personaggio di Pippo sul grande schermo per mano dei Walt Disney Animation Studios, dopo che negli ultimi anni il personaggio era stato ereditato dai reparti televisivi per apparire in serie televisive e lungometraggi direct to video. Questo ritorno “a casa” del personaggio viene celebrato con un brillante omaggio alla formula degli “How To” che caratterizzava i suoi cortometraggi degli anni 40 e 50, inscrivendosi in una gloriosa tradizione, ma senza apparire minimamente datato.
Pippo e l'Home Theater è infatti un paradossale e meraviglioso anacronismo. Lo stile utilizzato, la presenza di una gran quantità di cloni di Pippo (i “pippidi”), la dimensione sportiva, la seriosa voce narrante, lo humor demenziale ma garbato, sono ingredienti che inducono a credere di star guardando uno dei tanti corti degli anni 40, prodotti in piena golden age. Ad aumentare l'illusione contribuiscono i deliziosi titoli di testa, che riproducono quelli di un tempo, con lo sfondo di tessuto rosso, la storica series card e il tema musicale di Pippo, qui riorchestrato dal grande Michael Giacchino. Per la prima volta viene prodotto un corto in perfetta mimesi con quelli del passato, tanto da ingannare lo spettatore più disattento. Tuttavia la presenza dell'Home Theater, la tecnologia avanzata, alcuni riferimenti all'attualità come la foto di Lasseter sul comodino di Pippo, o semplicemente il formato widescreen, ci rivelano che si tratta di un corto nuovo di zecca. E la cosa più incredibile è come queste due anime convivano in modo totalmente armonioso, senza che lo spettatore avverta alcuno stacco stilistico. Inoltre si rivela vincente l'idea di ironizzare sulla tecnologia moderna, sempre più complessa da maneggiare per l'uomo comune, un problema sentito da molti e nel quale ci si può universalmente identificare. (...)

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DVD - Topolino che Risate! vol. 1
BluRay - Walt Disney Short Films Collection
 

Topolino che Risate! vol. 1 - DVD




Contiene:
- Topolino e la Foca (Mickey and the Seal) (min.06.26) (versione short min.02.55)
- Gli Scacciafantasmi (Lonesome Ghosts) (min.08.31) (versione short min.03.24)
- Provviste per l'Inverno (Winter Storage) (min.06.41) (versione short min.02.41)
- Pippo e l'Home Theatre (How to Hook Up Your Home Theatre) (min.06.04) (versione short min.03.24)
- Un Motivo per Bisticciare (Food for Feudin') (min.06.46) (versione short min.02.40)






Contenuti Speciali:
- raccolta di gag: Blam! sport (min.01.28)
- raccolta di gag: Blam! sci (min.01.28)
- raccolta di gag: Blam! pattinaggio sul ghiaccio (min.01.28)
- raccolta di gag: Topo-mix touchdown mickey (min.01.55)

L'Asinello (The Small One)



Anno 1978

fonte: Disney Compendium

Alla fine degli anni 70 lo studio Disney affronta un periodo di transizione. The Fox and the Hound (1981) entra in lavorazione, segnando il momento del passaggio di testimone fra la prima generazione di animatori, i nine old men, e i nuovi artisti del Cal Arts, che presto daranno il via al Rinascimento Disney. A dire il vero però, nel corso degli anni 70, agli studios si era distinto un altro gruppo di talenti: il team di Don Bluth, idealmente collocato a cavalcioni tra le due generazioni di animatori sovracitate. Questi artisti, tra i quali vi erano anche Gary Goldman e John Pomeroy, avevano dato per tutti gli anni settanta il proprio apporto a pellicole quali Robin Hood (1973), Winnie the Pooh and Tigger Too (1974), The Rescuers e Pete's Dragon (1977), candidandosi a raccogliere a buon diritto l'eredità disneyana.
Le cose sarebbero però andate molto diversamente, e dopo poche sequenze di The Fox and The Hound, Bluth se ne sarebbe andato via dalla Disney, portando con sé undici artisti a lui fedeli e causando così un'emorragia al personale dello studio. Il più importante contributo di Bluth all'animazione disneyana fu la regia del mediometraggio The Small One, animato quasi esclusivamente da artisti appartenenti alla sua cerchia. Il film fu probabilmente un test per valutare l'effettiva capacità e autonomia del team gestito da Bluth. Uscito un anno prima del suo abbandono, e tratto da un libro di Charles Tazewell, questo gioiellino è ambientato duemila anni fa nei pressi della città di Nazareth e narra la storia di un ragazzino e del suo vecchio e scalcinato asinello. L'ambientazione e gli sviluppi della trama fanno di The Small One un istantaneo classico natalizio, portando la company a farlo uscire nelle sale proprio nel dicembre del 1978, in abbinamento ad una riedizione di Pinocchio (1940).
(...)

Benché si tratti soltanto di una featurette, l'impostazione di The Small One ricalca la formula del musical disneyano, da sempre in voga nei lungometraggi. Sono presenti ben tre canzoni, due delle quali scritte dallo stesso Bluth, mentre la partitura strumentale è opera di Robert F. Brunner.
  • Small One - È il tema principale, la struggente canzone con cui si aprono i titoli di testa e che descrive alla perfezione i contenuti dell'opera. La accompagnano alcuni artwork dall'aspetto di stampe antiche e riguardanti il rapporto tra i due protagonisti. Raramente la filmografia disneyana ha ospitato qualcosa di così dolce, immersivo e nel contempo malinconico. Il fatto che a scriverla sia stato Don Bluth dimostra una sensibilità non indifferente. Il tema ricorrerà più volte nel corso del film, fino al bellissimo reprise conclusivo.
  • A Friendly Face - Scritta questa volta da Richard Rich, è la canzone che il piccolo protagonista canta all'asinello durante l'ultima notte passata insieme. Anche questo è un brano assolutamente struggente, in cui aleggia un pesante senso di perdita, reso paradossalmente ancor più evidente dal suo voler comunque infondere un po' di speranza.
  • The Merchant's Song - L'altro lato di Don Bluth. Si tratta di un brano più frivolo e spensierato, inserito per alleggerire l'atmosfera. Viene cantato a più riprese dal terzetto di mercanti truffaldini che si aggirano per le strade della città, fornendo così un contrappunto comico alla vicenda di Piccolo. Si intravedono però i limiti di Bluth nel gestire il registro umoristico, e infatti questo terzetto di personaggi appare un po' fuori posto e con una recitazione fin troppo sopra le righe. Nelle successive riedizioni dell'opera il termine cheat viene rimpiazzato da work, per evitare accuse di antisemitismo, data la rappresentazione chiaramente stereotipata dei tre mercanti ebrei. (...)

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DVD - 3, 2, 1...  è Natale!



3, 2, 1... è Natale! - DVD




Contiene:
- Il Principe e il Povero (The Prince and the Pauper) (min.26.01)
- L'Arte di Sciare (The Art of Skiing)
- Gli Alpinisti (Alpine Climbers)
- Paperino e le Palle di Neve (Donald's Snow Fight)
- Sognando tra le Stelle (Wynken, Blynken and Nod)
- Provviste per l'Inverno (Winter Storage)
- L'Asinello (The Small One)


Contenuti Speciali:
- gioco: Sled race game
- gioco: Christmas around the world game

giovedì 4 febbraio 2016

La Carica dei 101 II - Macchia, un Eroe a Londra (101 Dalmatian II - Patch's London Adventure)



Anno 2003

fonte: la tana del sollazzo
(...)
Nel pieno del medioevo dei direct-to-video La Carica dei 101 2 rappresenta però un'isoletta, un film simpatico e gradevole che avrebbe mostrato la strada per risollevarsi dalla crisi.
La Carica dei 101 è per certi versi un film sopravvalutato. La sua importanza storica è indubbia visto che è stato il film che ha fornito alla Disney la tecnica per affrontare a testa alta gli anni '60 all'insegna di ottimi successi. Una riscoperta tardiva era avvenuta negli anni 90 in cui si era scatenata una vera e propria dalmatamania, mischiando all'amore per il film una bella dose di partito preso. La Disney mise in fretta in produzione alcuni prodotti legati al film del momento: una serie televisiva, il remake live action Questa Volta la Magia è Vera, a cui seguì addirittura il sequel La Carica dei 102. E' ironico quindi pensare che sia esistito un sequel della versione live action prima ancora che quello della serie originale. I Toon Studios, una volta concluso questo periodo di dalmatamania, decisero così di metterci un'ultima parola e produrre il sequel ufficale e definitivo del classico del '61, andando a ripescare elementi e stili che durante tutto questo periodo erano stati dimenticati a favore dell'interpretazione di Crudelia by Glenn Close, e riallacciandosi così giustamente alla tradizione.
Ecco quindi tornare tutto il vecchi cast, da Orazio e Gaspare alla cuoca Nilla, arricchito però da una serie di elementi nuovi, o ampliati che resero Macchia, Un Eroe a Londra il sequel più propositivo della storia dei Toon Studios. Prima di tutto Macchia, o Patch, il protagonista della storia, ansioso di distinguersi e guadagnarsi il proprio ruolo in una cucciolata che tenderebbe ad annullare l'individuo. Questa è la storia della sua fuga o meglio del suo involontario abbandono da parte della famiglia troppo occupata ad organizzare il trasloco verso la fattoria/allevamento di cui Rudy parlava al termine del primo film, per accorgersi che manca un cucciolo. Macchia si ritroverà faccia a faccia con Fulmine, cane attore e parodia di Rin TinTin, che appariva nella celebre sequenza della tv nel primo film. Fulmine diventa così uno dei protagonisti del sequel e avrà modo con la sua sbruffonaggine di portare nel film la dimensione mediatica. Dimensione mediatica che include le lotte per il successo, impersonate dalla sua spalla comica all'interno dello show, Lampo, frustrato, vendicativo e pronto a fare le scarpe all'amico alla prima occasione. Non era però una novità la trama spin-off di un cucciolo desideroso di raggiungere il successo: una simile storia - con protagonista però Lucky - era infatti contenuta in un libro illustrato di molti anni fa, appartenente alla serie Disneyland, le cui uscite erano comprensive di albetto + disco con la storia. E le ispirazioni non finiscono qui, e non è difficile vedere nell'improvvisata collaborazione di Crudelia con Lars, il pittore suo nuovo spasimante, una citazione allo stilista interpetato da Depardieu ne La Carica dei 102. Insomma, tra cagnolini fuggitivi, fattorie, star della tv, nemici che ritornano e pittori schizzati, la carne al fuoco è molta e gestita bene e quindi per la prima volta dopo molto tempo si può finalmente parlare di sequel con una trama corposa.
Il comparto grafico del film è di tutto rispetto. Per la prima volta dopo tanto tempo il seguito di un film Xerox è realizzato con lo stile dell'originale. Come in T Come Tigro, opera guarda caso dello stesso team giapponese di animatori, viene ripresa la matitosità tipica del processo Xerox, coi contorni "irregolari" che donano al film un sapore unico, rispettosissimo del classico originale. Il disegno dei personaggi è ottimo e non scade mai, le animazioni pure. Per quanto riguarda colorazione e fondali, sono poveri, ma volutamente. Fa sempre parte dell'operazione nostalgia infatti riproporre gli sfondi abbozzati e con la colorazione leggermente sfasata de La Carica dei 101, anche se con un piccolo tocco di computer grafica, non certo invasivo. Un ulteriore omaggio all'originale sono i titoli di testa, ricchi di gag che coinvolgono le palline nere, fornendo in modo molto astratto un anticipazione della trama del film.
C'è poi una colonna sonora che ripropone brani classici come Cruella De Vil, lo spot Kanine Krunchies Kommercial o Dalmatian Plantation, che costituisce la base musicale per la canzone che Rudy canta all'inizio I See Spots. Ci sono poi brani del tutto nuovi come Thunderbolt Adventure Hour, la sigla dello show di Fulmine e soprattutto Try Again, sequenza che alterna momenti con Macchia e Fulmine e momenti con Crudelia e Lars, con un montaggio alternato in pieno stile "canzone della crescita". One of a Kind, canzone che riassume un po' tutto il film accompagna invece i titoli di coda (al termine dei quali c'è una gag) e andando quindi un po' sprecata.
Prodotto prima del grande salto compiuto con Il Libro della Giungla 2, il valido Macchia, un eroe a Londra non reca al termine dei credits la dicitura Toon Studios, ma ancora Disney Television. Ma era solo una questione di tempo prima che la produzione si uniformasse e il nome degli studios cominciasse ad essere esportato anche al di fuori dell'ambito produttivo. A La Carica dei 101 2, seguì una lunga serie di titoli mediocri prima che con Il Re Leone 3 la qualità si assestasse su un livello alto e costante.

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DVD - La Carica dei 101 II - Macchia, un Eroe a Londra


La Carica dei 101 II - Macchia, un Eroe a Londra - DVD




Contiene:
La Carica dei 101 II - Macchia, un Eroe a Londra (101 Dalmatian II - Patch's London Adventure) (min.70.46)

(Contenuti Speciali assenti)

Topolino - Strepitoso Natale (Mickey's Twice Upon a Christmas)



Anno 2004

fonte: la tana del sollazzo
Ci si dimentica troppo spesso che a disputarsi il titolo di primo lungometraggio in CGI della Disney non ci sono solo Dinosauri e Chicken Little. Questo gioiellino è infatti opera dei Toon Studios, costretti dalla casa madre a convertire tutto il lavoro già fatto in animazione tradizionale per il sequel di Mickey's Once Upon a Christmas nel ben più alla moda 3D. (...)
Diviso in due team, il gruppo di lavoro per Strepitoso Natale realizzò un 3d dignitoso per un direct-to-video, che pur non raggiungendo una qualità alta riesce ad essere comunque superiore a tanti film che in questo periodo passano per i cinema. Un 3d inevitabilmente plasticoso a tratti, che fa fare una gran brutta figura ai topi risparmiando invece il cast paperopolese. Un 3d che però sa offrire sfondi di qualità altissima, forse addirittura superiori a quelli del collega Chicken Little che nel frattempo stava nascendo alla Feature Animation. Alcuni paesaggi innevati sembrano infatti cartoline, e questo offre a Mickey's Twice un'atmosfera unica che Mickey's Once non aveva.
Se si esclude l'argomento grafica, che potrebbe alimentare polemiche a non finire, si può affermare che per una volta il sequel è migliore del primo episodio. Infatti oltre a mostrare un mondo Disney più "corposo" questo Mickey's Twice dimostra anche di essere costruito meglio. Non più tre episodi di venti minuti ciascuno ma cinque di lunghezza variabile, che può andare dai sei ai diciotto minuti, a seconda del respiro naturale della storia. (...)
Una formula vincente in uso già dai tempi de Lo Scrigno delle Sette Perle, in cui i brani più lunghi erano messi rispettivamente in terza e in ultima posizione. (...)

Bellezze sul Ghiaccio (Belles on Ice)
L'inizio non potrebbe essere migliore. Dopo un introduzione a base di libri pop-up "tridimensionali" prende il via il primo episodio, di soli sei minuti, che scalda lo spettatore con una storiella puramente coreografica. La rivalità tra donne giocata a suon di graffianti frecciatine è il tema di Belles on Ice dove Paperina e Minni si contendono la vittoria in una gara di pattinaggio artistico, mentre i loro rispettivi fidanzati le guardano scandalizzati. Benchè la plasticosità di Minni e Topolino balzi subito agli occhi, viene subito sdrammatizzata dall'incanto visivo che è questo episodio, che può annoverare gli sfondi e i colori migliori di tutto il film. E non solo gli sfondi e le luci sono responsabili della magnificenza di Belles on Ice, ma la sua bella parte la fa la musica e i cori del pubblico, di grande effetto. E' l'unico episodio in cui si possono vedere Topi e Paperi insieme, se escludiamo il finale, dopodiché tutti andranno ad occupare la loro rispettiva area di appartenenza. E c'è una chicca non da poco: la presenza di Giacinta, Alligator e i loro rispettivi corpi di ballo formati da Ippopotami e Coccodrilli provenienti dritti dritti da Fantasia e qui a supporto rispettivamente delle coreografie di Paperina e Minni. Ottimo modo di far interagire i personaggi.


Missione Natale (Christmas: Impossible)
E chi pensava che Paperone avesse veramente venduto la McDuck Mansion come aveva preannunciato nel dodicesimo capitolo di Life and Times si dovrà ricredere. Come già in Duck Tales, qui la villa ritorna ad essere un luogo per ospitare i parenti. E finalmente si vede la famigliola riunita, o meglio parte della famigliola, visto che Gastone o Nonna Papera continuano a non essere presenti. E' però un occasione per veder scorazzare per la villa oltre ai nipotini anche Paperino e una Paperina radiosissima. Come nel primo film anche qui la caratterizzazione di Paperone è bonaria fino all'inverosimile, e sebbene la figura del "saggio di famiglia" tutto sommato gli si addica non poco, stona assai vederlo rinnegare le sue turpi azioni passate, esortando i nipoti a non imitarlo. Stona un po' meno però se si intende Il suo dispiacersi di non essere mai stato tra i buoni nella lista di Babbo Natale come un rimpianto per l'infanzia perduta. Il timore di finire come Zio Paperone costituisce il leit-motiv della vicenda, che vede protagonisti i nipotini, che in una notte (!) compiono un viaggio fino al polo nord per aggiungere da soli i loro nomi alla lista. E' una delle due sequenze lunghe del film, e la sua posizione qui è strategica, al momento giusto per non stancare lo spettatore. Il fatto che sia incentrata sui nipotini richiama molto Stuck on Christmas, che apriva il primo film narrando un percorso di redenzione analogo che vede i nipotini passare dallo status di monelli egoisti a quello di bravi paperotti. E una delle chicche del film è proprio il loro esame di coscienza, quando riesaminano l'anno appena trascorso, a suon di marachelle e scherzi malefici ai danni del povero Paperino: un ottima occasione per mostrare scene di vita quotidiana ambientate a casa di Paperino, degne di una tenpage barksiana (deliziosamente macabro lo scherzo di Qui tagliato in due). La sequenza segna anche la prima apparizione esplicita di Babbo Natale - anche se un po' troppo tontolone - nel ciclo di film, quando nel primo se n'era addirittura messa in discussione l'esistenza.
Realizzato come anche l'episodio seguente da un team diverso da quello di Belles on Ice, questa parte presenta dei modelli leggermente diversi, forse più stilizzati, ma la differenza è comunque poco percettibile, visto che l'aspetto di Topi e Paperi non si mantiene troppo costante neanche tra episodi di uno stesso team. Paperone merita un discorso a parte: come in Topolino e la magia del Natale continua a presentare la stessa caratterizzazione grafica, con basette grige e palandrana rossa, vista in Scrooge McDuck and the Money, Mickey's Christmas Carol e Soccermania. Scrooge McDuck and the Money viene inoltre citato in uno dei quadri della McDuck Mansion. Un segno di continuità con la tradizione più classica che potrebbe disorientare lo spettatore abituato alla sua versione moderna. Il doppiatore italiano poi continua ad essere quello di Mickey's Once Upon a Christmas, elemento che discorda ancor di più, ma fortunatamente in originale rimane lo storico Alan Young, doppiatore del personaggio dal Canto di Natale in poi.


Natale con Papà Pippo (Christmas Maximus)
Uno dei maggiori pregi di questo film è appunto il buon mixaggio tra le diverse sequenze. A Pippo e Max tocca un breve intermezzo musicale , collocato al centro del film, che descrive una breve storia. Una variante musicale del solito tema di Max svergognato dal padre, che trova proprio nel suo essere una canzone, la sua ragione di esistere all'interno del film. Giunto alla sua quarta apparizione lungometraggistica, Max è ormai adulto. Non graficamente diverso dal Max di Estremamente Pippo, sembra adesso vivere altrove, e giungere da molto lontano per passare un Natale a casa di suo padre. Con lui c'è Mona, la sua nuova fiamma, e non ci sarebbe alcun problema a chiedersi che fine abbia fatto Roxanne (del resto era un amorazzo adolescenziale) se non fosse che la Rossa di In Viaggio con Pippo compariva in versione cresciuta nella House of Mouse. Ad ogni modo il tragicomico percorso di maturazione che va dal rifiuto all'accettazione delle stramberie paterne si ripropone ancora una volta, sulle note di Make Me Look Good, canzone fuoricampo che esprime i pensieri di Max. Graficamente parlando è forse l'episodio che più risente del brusco passaggio al 3d, e i musi di Pippo e Max finiscono per risultare molto artificiali, ma non si possono non citare i paesaggi innevati, che da soli valgono tutto l'episodio.
La definitiva consacrazione di Max nell'universo dei personaggi classici avviene proprio col suo sottinteso uscir momentaneamente di scena. Quando e come avverrà il suo ritorno non è dato saperlo, e del resto è meglio così, visto che adesso Pippo è un personaggio totalmente "libero", fattostà è bene che ogni tanto il personaggio occasionalmente ricompaia anche solo per aver avuto il merito di dare a Pippo quell'autonomia che il ruolo di spalla di Topolino gli aveva troppo a lungo negato.


Il Regalo di Paperino (Donald's Gift)
Un'altra breve, prima dell'episodio finale. Questa volta tocca a Paperino che protagonista assoluto non lo era stato neanche nel primo film. La storiella qui è semplice e divertente e vede paperino andare fuori dai gangheri a causa di We Wish You a Merry Christmas, canzone che lo ossessiona e che crede di sentire dappertutto. Un episodio minimalista che però getta uno sguardo sulla quotidianità di Paperino mostrandocelo per una volta a casa propria senza astrusità come barche o ville montane. E affianco a lui ci sono i nipotini e una Paperina sempre più radiosa che si riconferma come unico personaggio che nel salto da 2d a 3d ci ha addirittura guadagnato. Paperina poi qui è protagonista dell'inside joke più raffinato del film: i suoi abiti invernali sono infatti gli stessi che sfoggiava nelle storie natalizie di Carl Barks come Il Ventino Fatale.


Un Natale Senza Pluto (Mickey's Dog-Gone Christmas)
Il maggior bilanciamento rispetto a Topolino e la Magia del Natale non riguarda solo la durata degli episodi ma chi ne è protagonista. A rotazione tutti hanno il loro momento, pur apparendo in diversi episodi. Dopo Paperina e Minni, Zio Paperone e i nipotini, Pippo, Max e Paperino, viene il momento di Topolino e Pluto. E qui ancoira una volta Topolino si riconferma caratterizzato meravigliosamente, come del resto nei suoi precedenti direct-to-video. Un esempio per chiunque voglia rilanciare il personaggio mostrandone il lato più umano e simpatico. Nessun caso da risolvere (speriamo prossimamente di vederne uno animato) ma una storia di amicizia in cui a seguito della distruzione degli addobbi natalizi avviene una rottura tra lui e Pluto, con conseguente fuga del cucciolone. Mentre un Topolino disperato lo cercherà dappertutto, Pluto troverà ospitalità presso la squadra di renne di Babbo Natale. La seconda storia lunga è posta in conclusione del film, un modo furbo per mettere la parola fine dopo un racconto ad alto respiro. La casa di Topolino è la stessa di Runaway Brain, poi "canonizzata" nella serie Mickey Mouse Works mentre Babbo Natale è lo stesso visto nell'episodio di Qui, Quo e Qua (anche se in versione più saggia e carismatica), cosa che fa guadagnare al film parecchi punti coerenza. Un altro elemento che lega questo episodio a tutti gli altri è la presenza del signore arcigno che in tutti i precedenti episodi faceva dei camei venendo continuamente urtato da Paperi e Topi. Le renne sono poi dei gradevoli personaggi nuovi, gli unici che si guadagnano un loro spazio, e una propria caratterizzazione (oserei dire Pixariana) all'interno di un film con un cast composto da gente nota. Nel finale dell'episodio l'intera banda Disney si riunisce a casa di Topolino, per cantare insieme il reprise del medley natalizio che costituiva il finale del primo film. E' l'occasione quindi per riallacciarsi al lungometraggio del 1999, mostrando il cast arricchito delcaro vecchio Zio Paperone. E sebbene lasci un po' perplessi il fatto che Max sia adesso una pertica mentre Qui Quo e Qua sono rimasti dei nanerottoli, è una gioia veder finalmente riunita la banda Disney al (relativo) gran completo per un occasione speciale.

Come nel precedente film, la colonna sonora è ricca di brani cantati, canticchiati o anche solo strumentali che rielaborano alcuni celebri canti natalizi. Ma questa volta qalcosa di nuovo c'è, oltre alla bellissima strumentale Belles on Ice, che accompagna il primo episodio, c'è anche Share this Day, che accompagna i titoli di coda, realizzati, come gli interstitials, nello stile di un libro pop-up, come a voler simboleggiare la tridimensionalità dell'animazione. Ci sono poi brani celebri come The Most Wonderful Time of the Year, Deck the Halls, Jingle Bells, We Wish You a Merry Christmas e ovviamente la canzone di Max Make Me Look Good. Chiude ilt utto il già citato medley natalizio.
Non fu l'ultima volta che la terza dimensione avrebbe invaso il mondo dei personaggi standard, a giudicare dalla serie televisiva prescolare Mickey Mouse ClubHouse,
tuttavia a prescindere dalla tecnica di animazione, molti progressi furono fatti con Topolino - Strepitoso Natale nella canonizzazione definitiva della banda Disney, progressi che si spera non vadano perduti ora che la Disney sembra aver ritrovato la sua vena tradizionalista. E, sperando che non sia solo un rumor, ci si può serenamente mettere in attesa del futuro Mickey in Space.

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DVD - Topolino Strepitoso Natale!

Topolino Strepitoso Natale! - DVD



Contiene:
Topolino - Strepitoso Natale (Mickey's Twice Upon a Christmas) (min.64.31)

Contenuti Speciali:
- scene eliminate (min.11.48)
- gioco: la sfida della bottega di Babbo Natale
- gioco: indovina cosa canta Paperino
- gioco: l'ordine di Babbo Natale
- documentario: dietro le quinte - ispirazione sul ghiaccio (min.03.14)