Visualizzazione post con etichetta 1990. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta 1990. Mostra tutti i post
mercoledì 1 luglio 2015
Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta (Duck Tales - The Movie: Treasure of the Lost Lamp)
Anno 1990
lungometraggio direct to video
fonte: la tana del sollazzo
E' il 1990 e mentre La Sirenetta proietta la Disney verso l'epoca d'oro della rinascita, parallelamente si iniziano a scoprire nuove strade, per aumentare la produzione. I Woozles, i Gummies e i Fluppys erano state le le primissime produzioni televisive, ma tutte avevano come protagonisti dei personaggi creati per l'occasione, così per la successiva si decise di andare a cercare nel vasto patrimonio fumettistico disneyano. La serie in questione era la celeberrima Duck Tales, ispirata alle avventure fumettistiche di Zio Paperone. La serie televisiva prendeva luogo in un periodo di assenza di Paperino, che come si apprendeva dagli episodi pilota, aveva deciso di arruolarsi momentaneamente in marina affidando per un breve periodo i nipotini allo Zio Paperone. L'anziano magnate si vedeva quindi costretto ad riallestire la villa De Paperoni per meglio accogliere i nipoti, che di contro lo avrebbero accompagnato ai quattro angoli del globo per due stagioni. Alcuni dei cento episodi totali che compongono la serie trasponevano in versione animata alcune celebri storie di Carl Barks come La Stella del Polo, I Terremotari o Il Bilione in Fumo, e non di rado, affianco ai personaggi creati apposta per la serie, apparivano personaggi classici barksiani come Archimede, Amelia, Gastone o Le Giovani Marmotte. Quando si decise però di coronare il successo della serie con un lungometraggio dedicato, l'opzione film tv venne scartata in favore di un progetto ben più imponente che avrebbe per la prima volta portato su grande schermo un lungometraggio disney "secondario". Per l'occasione si decise di allestire gli studios Movietoons in Francia che d'ora in poi si sarebbero occupati di produrre animazione "minore" ma pur sempre per il grande schermo. Ovviamente il destino di quegli studios sarebbe stato ben diverso, visto che dopo gli ottimi risultati ottenuti col loro successivo film In Viaggio con Pippo, la Disney li avrebbe "promossi" a succursale francese della Disney Feature Animation, coinvolgendoli in progetti di ampio respiro come Tarzan, e finendo per affidare i progetti minori ai neonati Toon Studios.
Duck Tales a parte, non era la prima volta che lo Zione compiva il grande balzo per approdare al grande schermo. Già nel 1955 Carl Barks lavorava a una sceneggiatura per un cortometraggio su Zio Paperone alle prese con un topo rosicchia denaro, progetto poi scartato, perchè, secondo Jack Hannah qualcuno disse che un personaggio che andava così pazzo per il denaro non poteva essere divertente. E' chiaro che il vero motivo dell'accantonamento è in realtà l'origine fumettistica del personaggio, e quindi il suo prestarsi a un tipo di trame maggiormente articolate piuttosto che a una serie di gag fisiche con labile filo conduttore. E' ovvio che anche questa giustificazione lascia il tempo che trova, dal momento che nella filmografia Disneyana di cortometraggi con trame più articolate del solito ce ne sono, come ad esempio Donald's Crime, fattostà che per un motivo o per l'altro per attendere un Paperone animato si sarebbe dovuto aspettare il 1967, anno di Zio Paperone e il Denaro. A questo mediometraggio ne seguirono altri due: Canto di Natale di Topolino (1983) e Pippo nel Pallone (1987), prima di approdare nel 1990 al lungometraggio in questione.
Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta è un ottimo film d'azione, dai ritmi perfetti e dalla sceneggiatura brillante che ricicla il caro vecchio mito della lampada magica con tanto di genio in un contesto abbastanza nuovo e originale, includendolo all'interno di una caccia al tesoro, quello di Collie Baba che per Paperone ha un significato affettivo. Dopo un inizio in puro stile Indiana Jones, il setting dell'avventura si sposta a Paperopoli dove la storia ha modo di sviupparsi "dal basso", seguendo la progressiva scoperta dei poteri della lampada da parte dei nipotini e Gaia, e incupirsi sempre più fino a trasfigurare la stessa realtà conosciuta in un mondo da incubo. Oltre a uno Zio Paperone dalla caratterizzazione, oserei dire, perfetta e ai nipotini, il cast comprende anche altri personaggi ben conosciuti come la barksiana Miss Emily Quackfaster (o Featherby, o Paperett), o i personaggi creati per la serie televisiva come Jet McQuack, Tata, Gaia e Archie. Ci sono poi alcuni personaggi nuovi come il Genio, un bambino simpatico e ben caratterizzato, il viscido Dijon e soprattutto Merlock, un "corposo" villain, diretto responsabili delle più grandi catastrofi della storia.
Il comparto grafico di Duck Tales - The Movie è alquanto altalenante e alterna momenti in cui l'animazione è assai ben fatta con altri un po' raffazzonati. Ma la cosa più curiosa è lo stile di disegno dei paperi che non è affatto uniforme e che da una scena all'altra varia incredibilmente. E' sicuramente un difetto, ma sinceramente anche un particolare stimolante per un appassionato disneyano abituato a distinguere i disegnatori di fumetti dal loro personalissimo stile.
Il commento musicale al film è sicuramente d'impatto, con un buon numero di strumentali degne di nota che rendono bene il tono avventuroso della narrazione, ma il film non è un musical e quindi l'unica canzone presente è il tema delle Duck Tales nei titoli di coda. Tema che nella versione italiana è stato inspiegabilmente "anticipato" in modo da fargli accompagnare la scena finale, che è stata in compenso decurtata di alcuni secondi di traccia audio. Nella versione dvd si è cercato di rimediare a questo pasticcio, riportando la canzone al punto giusto, peccato che per colmare i pochi secondi di buco che rimanevano nel parlato si sia scelto di ripetere due volte lo stesso gruppo di frasi finali, con un risultato che più pasticciato non si può. (...)
Pubblicato in:
DVD - Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta
venerdì 1 maggio 2015
Il Principe e il Povero (The Prince and the Pauper)
Anno 1990
fonte: Disney Compendium
(...)
Gli spettatori che si recano al cinema a vedere il sequel de Le Avventure di Bianca e Bernie trovano una gradita sorpresa ad aprire la proiezione, una featurette nuova di zecca con protagonisti Topolino e suoi amici, impegnati a reinterpretare un classico della letteratura: Il Principe e il Povero di Mark Twain. Curiosamente, per impedire che gli spettatori una volta terminato il mediometraggio se ne vadano dalla sala, viene realizzata una sequenza animata ad hoc in cui i personaggi Disney invitano il pubblico ad attendere in poltrona l'inizio di Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri, aiutandolo con un simpatico countdown. Sebbene a occhio nudo sia difficile notare la differenza, questo mediometraggio rappresenta l'ultimo utilizzo della xerografia (..)
Il Principe e il Povero è diretto da George Scribner, già regista di Oliver & Company. Molti sono i grandi nomi coivolti in questo ritorno di Topolino nelle sale cinematografiche: a curare gli storyboard troviamo alcune future glorie come Gary Trousdale, Kirk Wise e Mark Dindal, affianco al veterano Burny Mattinson, già regista di Mickey's Christmas Carol e futuro sceneggiatore di Winnie the Pooh, specialista quindi nel riportare sulla scena personaggi di successo del passato in modo attuale e nel contempo rispettoso dell'originale. Tra i loro nomi si scorge inoltre quello del grandissimo Daan Jippes, uno dei più grandi disegnatori di fumetto Disney. A supervisionare l'animazione troviamo invece i talentuosi Andreas Deja e Dale Baer, qui impegnati a restituire ai personaggi tutta la grinta dei vecchi tempi, modernizzandoli all'occorrenza. Stavolta il cast di personaggi è più ristretto: sono presenti ovviamente Topolino, Pippo, Paperino, Pietro e Pluto usati nel modo più consueto, mentre Clarabella e specialmente Orazio, mostrano un temperamento molto diverso dal solito. Non mancano inoltre le faine, che dopo essere apparse in Le Avventure di Ichabod e Mr. Toad, How to Be a Detective, Mickey's Christmas Carol e Chi Ha Incastato Roger Rabbit?, si candidano ormai a diventare il manipolo di delinquenti per eccellenza dell'animazione Disney.
(...)
Il romanzo di Mark Twain era già stato adattato piuttosto fedelmente da Walt Disney nei primi anni 60, sottoforma di sceneggiato televisivo. Anche in questa nuova trasposizione animata la trama viene seguita in modo rispettoso: tutto è incentrato su un momentaneo scambio di ruoli tra i due personaggi interpretati da Topolino, un simpatico mendicante e un principe annoiato della sua vita. La confusione che ne seguirà sarà utile a portare allo scoperto le trame di Pietro, il capitano delle guardie, intenzionato a prendere il potere con l'inganno, ma comporterà anche una frenetica corsa contro il tempo per rimettere a posto le cose, il tutto narrato in soli venticinque minuti. Mickey's Christmas Carol era perfettamente calibrato per la sua breve durata mentre Il Principe e il Povero risente di una leggera compressione narrativa: i ritmi sono velocissimi, alcuni passaggi sono decisamente troppo rapidi e in generale si sente che la storia avrebbe avuto bisogno di uno spazio maggiore, dato il suo ampio respiro. Ci troviamo comunque di fronte ad un'opera di tutto rispetto, con un accompagnamento musicale epico e una scena, quella della morte del re, veramente drammatica
(...)
Wikipedia
IMDB
Pubblicato in:
DVD - Le Fiabe Disney - cofanetto
DVD - Walt Disney Treasures - Topolino Star a Colori (vol. 2)
DVD - 3, 2, 1... è Natale!
VHS - Il Principe e il Povero
mercoledì 6 febbraio 2013
Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri (The Rescuers Down Under)
Anno 1990
29° lungometraggio Walt Disney Animation
fonte: la tana del sollazzo
Sono vari i motivi che rendono questo film un'anomalia assoluta nell'intero panorama disneyano.
Innanzitutto Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri va a incastrarsi in un momento particolarissimo della storia della Disney. La fine del periodo Xerox, che durava dagli anni '60, e la rinascita avuta con La Sirenetta erano state accompagnate da un "codice" non scritto, che da quel momento fino alla fine del decennio sarebbe stato ossequiosamente rispettato. Trattare di vita, di morte, d'amore, il rifarsi a un patrimonio culturale ben radicato nel nostro immaginario, il non sbilanciarsi verso un determinato genere, cercando di condensare il maggior numero di elementi nello stesso film per accontentare un pubblico il più vasto possibile, erano le regole implicitamente stabilite. Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri rompe con questo codice appena introdotto, inserendosi a forza, e in modo alquanto intrusivo, nell'ideale linea continuativa che collega La Sirenetta a La Bella e la Bestia, Aladdin e Il Re Leone. E sebbene tecnicamente parlando, con i suoi maestosi fondali colorati al computer e le sue virtuosistiche animazioni, il film segni un punto di svolta grafico, che ci porterà dalla povertà dei film degli anni precedenti allo splendore degli anni '90, la struttura del film è invece parecchio affine a quella che avranno i Classici dei primi anni del nuovo millennio, quelli del periodo sperimentale: il film si sbilancia verso un genere preciso. Il risultato è un delizioso film d'azione/avventura, caratterizzato quindi da un ritmo più serrato, da un'ambientazione al tempo presente e dalla totale mancanza di canzoni: scelta, abbastanza insolita per i tempi, finora operata solo in Taron e la Pentola Magica. La colonna sonora però è ottima, e l'intensità di alcuni brani strumentali rendono ancor più spettacolari certe sequenze ambientate nei cieli, durante i vertiginosi voli dell'aquila Marahute. L'edizione italiana tuttavia è stata "arricchita" nei titoli di coda da una canzoncina pop, Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri, cantata da Arianna, cantante Disney assai famosa qualche lustro fa, ma oggi del tutto dimenticata.
Un altra peculiarità di Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri è che si tratta di un sequel. Nel 1990 l'abitudine di sequelizzare i Classici Disney tramite film direct-to-video di qualità discutibile era ancora di là da venire. Il Ritorno di Jafar sarebbe stato prodotto solo cinque anni dopo infatti, e se escludiamo l'affinità tra Saludos Amigos e I Tre Caballeros o la debole continuità che legava tra loro alcuni corto o mediometraggi con protagonisti I tre porcellini, Casey o Winnie Pooh, quel che otteniamo è un panorama totalmente sgombro da ritorni. Perchè allora omaggiare Le Avventure di Bianca e Bernie di un seguito? Innanzitutto c'è da considerare il fatto che questo film non prosegue affatto la storia iniziata nel '77: Bianca e Bernie appartengono a una società di salvataggio e il loro lavoro consiste nel prender parte a un innumerevole quantità di missioni. Ogni missione è una storia diversa, che può avere un setting o una motivazione totalmente differente dalla precedente, questo conferisce alla coppia di topolini una certa riproponibilità che li rende sfruttabili all'infinito senza grandi forzature narrative (tempo fa si era persino vociferato di un terzo capitolo). Che Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri desideri essere un film a sé ma con personaggi conosciuti, poi, lo si capisce sin dalle prime scene, incentrate sull'elemento discriminante anzichè sulla coppia di topolini presenti in entrambi i film: dopo la stupenda corsa della telecamera verso l'Ayers Rock assistiamo al risveglio di un bambino, Cody, e al salvataggio di un'aquila. Arriva poi la scena madre, il volo del bambino in groppa all'aquila, assolutamente da pelle d'oca. Tutto questo senza che Bianca e Bernie entrino minimamente in scena, come a voler suggerire che questo è principalmente il film di Cody e la sua aquila, prima ancora che un sequel di Bianca e Bernie.
Questo non significa che i due topolini siano dimenticati. Inseriti in una New York più moderna, graficamente aggiornati e resi più adulti, i due devono guardarsi dalle insidie di un terzo vertice, Jack. L'espediente è banalotto e a fin di bene ma intrattiene quel tanto che basta per mostrarci la coppia sotto una luce nuova. Strano il rimpiazzo di Orville con Wilbur, il completamento della citazione ai fratelli Wright ci sta tutta ma "sprecare" così un personaggio è quasi poco rispettoso, anche se Wilbur ha una caratterizzazione decisamente più moderna. Un po' improvvisato e poco credibile, poi, l'espediente che è stato usato per trattenerlo in Australia più del previsto, e sfruttarlo di più, anche se sfocia nella divertente scenetta dell'ospedale. Il film ha poi un nuovo villain, il becero bracconiere McLeach e la fedele iguana Johanna, simpatici ma non certo interessanti quanto Medusa e i suoi coccodrilli.
Infine non si può non segnalare un buchetto nella sceneggiatura, presente anche in Lilli e il Vagabondo: gli animali intrappolati da McLeach, dopo essersi mangiati un buon quarto d'ora di film non vengono minimamente ripresi, lasciando incerto il loro futuro. Si poteva risolvere la cosa facendoli partecipare direttamente all'azione o con un piccolo accenno sul finale, fin troppo sbrigativo benchè d'effetto.
The Rescuers Down Under uscì nel natale 1990 abbinato al mediometraggio Il Principe e il Povero che segnava il ritorno dopo un assenza di sette anni dal grande schermo di Topolino. Uno spettacolo unico incentrato tutto sui ritorni topeschi. L'unico altro sequel dei Walt Disney Animation Studios sarebbe stato Fantasia 2000 in cui il volo delle balene avrebbe riecheggiato quello dell'aquila Marahute. Non c'è da stupirsi che il regista della sequenza fosse proprio lo stesso: Hendel Butoy.
Wikipedia
IMDB
Pubblicato in:
BluRay - Bianca e Bernie nella Terra dei Canguri
domenica 7 ottobre 2012
Rollercoaster Rabbit (Rollercoaster Rabbit)
Anno 1990
fonte: la tana del sollazzo
Un anno dopo ecco arrivare il secondo corto, questa volta animato dallo studio satellite di Florida, e ambientato in un luna park e assolutamente più in linea con il "pilot" visto in apertura del lungometraggio. Non ci sono momenti di calma, stacchi temporali come nel precedente ma è tutto assolutamente aderente allo schema: la mamma di Baby Herman fa le sue raccomandazioni a Roger e non appena si assenta inizia l'inseguimento che porta Roger e Baby Herman a visitare in modo tragicomico ogni attrazione del parco, per finire sulle montagne russe. C'è però una differenza: non si sa se per alcune gag troppo spinte o cosa, ma non c'è il logo Disney all'inizio del corto, bensì il logo Touchstone. Un bel passo indietro per una Disney che torna a utilizzare un suo personaggio nascondendosi dietro un logo, creando tralaltro una disomogeneità all'interno di questa stessa serie. Anche stavolta ci sono i consueti camei, ad esempio Clarabella all'inizio, ma poi si torna nel tradizionale e ecco rispuntare sia Droopy, ormai presenza fissa, sia Jessica Rabbit. Infine da qui in poi i corti non verranno mai veramente conclusi ma sfoceranno nel live action quasi sempre sul più bello, con Roger che fa delle cose così assurde da uscire dalla pellicola e giustificare un ritorno sia pure per pochi secondi alla scrittura mista. Il corto viene abbinato stavolta all'uscita nelle sale del lungometraggio targato Touchstone Dick Tracy ma sarebbe stato in seguito ripresentato insieme a Toy Story, rimpiazzando il quarto corto di Roger, ormai cancellato.
Wikipedia
IMDB
Pubblicato in:
DVD - Chi Ha Incastrato Roger Rabbit?
Iscriviti a:
Post (Atom)