domenica 3 giugno 2018

A Pesca (Gone Fishing)



Anno 2017
fonte: Disney Wiki
Some of the animation seen in the short was intended to be used as a trailer for Moana. However, as direction changed, the idea was scrapped. It was later decided that the already-completed animation would be used and expanded upon to create a new, standalone short.

On Motunui, Maui tries to catch a fish with his magical fishhook, only to be comically foiled by the ocean.





Pubblicato in:
BluRay - Oceania

Testa o Cuore (Inner Workings)



Anno 2016

fonte: Disney Compendium
[...]

La storia segue il protagonista durante una sua giornata tipo, e ci mostra come il nostro corpo reagisca ai diversi stimoli a cui viene di continuo sottoposto. Al centro di tutto c'è chiaramente la classica lotta tra il cuore, che vorrebbe spingere Paul su un sentiero “edonista”, e il cervello, che invece lo richiama all'ordine, trascinandolo verso il noioso lavoro d'ufficio ed evitandogli ogni piacevole distrazione.
Sebbene questo genere di tematiche fosse stato già ampiamente sviscerato sia nel corto del '43 che nel recente film Pixar, Inner Workings si distingue dai predecessori mettendo in scena dinamiche del tutto diverse: è chiaro da subito come il tutto questa volta funzioni in un modo più “fisico”, spingendo quindi nettamente sul pedale dello slapstick e della comicità sfrenata. E quando la storia arriva alla sua naturale conclusione, ci si accorge che Inner Workings ha decisamente qualcosa da dire. Anzi, ha molto da insegnarci su come riuscire a sopravvivere al logorìo di un lavoro monotono.
 A sorprendere questa volta è lo stile visivo: Inner Workings è un corto in CGI dai colori vibranti, che però tenta una strada differente da quella che i WDAS hanno seguito finora. A predominare è la stilizzazione, con personaggi assolutamente esagerati [...]


La stessa cosa avviene da sempre in Pixar, specialmente nei film diretti da Pete Docter, e non si può negare che Paul presenti una forte somiglianza con il Carl Friedricksen di Up (2009).
Non bisogna però scordare che prima ancora che alla Pixar, agli studi Disney questa strada stilistica era già stata intrapresa, specialmente in quei lontani anni 50, epoca in cui stilizzazione, animazione limitata e forme geometriche erano di uso comune. Non stupisce quindi che Inner Workings qua e là voglia onorare le sue radici: il cervello di Paul infatti “visualizza” spesso i rischi che il suo padrone può correre tramite delle divertentissime scenette in animazione tradizionale.[...]

Pubblicato in:
BluRay - Oceania


sabato 2 giugno 2018

Oceania (Moana)



Anno 2016
56° lungometraggio animato

fonte: Disney Compendium
[...] una storia del tutto nuova, di ambientazione polinesiana. Era la seconda volta che lo studio si immergeva in quelle atmosfere dopo Lilo & Stitch (2002) e la prima in cui si poteva finalmente esplorare la mitologia di quei luoghi. Durante il viaggio documentativo, i registi scoprirono che per un intero millennio le esplorazioni di quei luoghi erano misteriosamente cessate. L'idea alla base di Moana fu quindi spiegare in che modo la navigazione riprese, costruendo su questo enigma un'avventura scanzonata con una nuova protagonista femminile. [...]

La vicenda narrata è davvero molto semplice: la giovane Moana lascia il suo villaggio e parte alla ricerca di Maui, perché possa aiutarla ad “aggiustare” l'oceano, reso oscuro e mostruoso a causa di un pasticcio combinato dal semidio mille anni prima. Negli ultimi tempi ai Walt Disney Animation Studios si sono compiute notevoli sperimentazioni sul fronte narrativo, arrivando a toccare anche tematiche insolite o delicate: Big Hero 6 era un film sull'elaborazione del lutto, Zootopia aveva un sottotesto politico, mentre Frozen parlava di autorepressione e offriva una rilettura realista del concetto di amore. Diverso è il caso di Moana, che sembra invece adagiarsi su binari decisamente più classici e collaudati: si tratta di una robusta avventura, ricca di buone trovate e di sense of wonder, ma ossequiosa delle formule già codificate dalla Disney negli ultimi tre decenni. La stessa protagonista non è attanagliata da particolari dilemmi, se non da una semplice sete di avventura e libertà che la porta a voler scoprire cose c'è oltre il reef, e questo la avvicina più alla semplicità di Ariel piuttosto che alla complessità di Elsa e Rapunzel.
Quello che agli occhi di un certo tipo di pubblico potrebbe sembrare un passo indietro in termini di spessore narrativo, non è altro che il riconfermarsi della cifra stilistica di Musker e Clements[...]


La colonna sonora di Moana vede la collaborazione di un terzetto di artisti d'eccezione. Mark Mancina (Tarzan, Brother Bear) ha realizzato la partitura strumentale, mentre le canzoni vere e proprie sono state scritte dal polinesiano Opetaia Foa'i e da Lin-Manuel Miranda, artista poliedrico divenuto di recente molto famoso a Broadway grazie al musical Hamilton. Se il primo si è occupato soprattutto dei brani etnici, è al secondo che spettava il compito più arduo: raccogliere il testimone che fu di Alan Menken. Come già accaduto con i coniugi Lopez in Frozen, il bersaglio viene ottimamente centrato, regalando a Moana una colonna sonora molto valida.
  • An Innocent Warrior - La prima sequenza musicale di una certa lunghezza altro non è che la rielaborazione di un brano scritto anni prima da Opetaia Foa'i. I toni sono quelli di una dolce ninna nanna, che descrive il primo incontro tra Moana e l'oceano che “la sceglie”, cambiando per sempre il suo destino.
  • Where You Are - Con questo pezzo Miranda porta Broadway nel Pacifico. È la quintessenza dell'happy village song, ovvero il genere di canzone in cui viene presentato lo status quo che l'eroe dovrà poi cambiare. È un brano orecchiabile e leggero, che accompagna la fondamentale sequenza in cui vediamo la crescita di Moana. Funziona molto bene anche nel suo presentare la famiglia e gli animali domestici della protagonista.
  • How Far I'll Go - Non poteva mancare un'I want song per la protagonista. Non si tratta di uno dei testi più originali di sempre, e il desiderio di fuga di Moana è un qualcosa di visto più volte nella filmografia disneyana. Però musicalmente parlando è uno dei brani più intensi della storia dei Classici, la cui melodia “prepotente” entra nelle orecchie e nel cuore per non uscirne mai più. Non è strano che il pezzo ritorni più volte nel film, prima in un corposo reprise per poi riaffiorare ancora una volta durante il climax finale e in versione pop nei credits.
  • We Know the Way - Uno dei tocchi più originali di questa colonna sonora è la presenza di una controparte dell'happy village song iniziale. Se Where You Are ci mostrava un popolo ormai ripiegato su sé stesso, ecco che qui con un magico espediente si viene proiettati in un lontano passato per scoprire che la gente di Moana un tempo esplorava e navigava. Si tratta di una sequenza potente, suggestiva e che viene ulteriormente valorizzata dalla sua speciale collocazione, in grado di donarle un velo di malinconia. Anche di questo pezzo è presente un reprise, che chiude trionfalmente il film.
  • You're Welcome - La canzone di Maui è davvero uno dei momenti musicalmente più alti. Si tratta del siparietto che presenta il semidio, e quindi non risparmia di fare humor sulle “tall tales” che lo riguardano, un po' come avveniva con le leggende americane ai tempi di Walt. È qui che i tatuaggi animati hanno il maggiore screen time, e l'atmosfera si fa davvero molto surreale. L'animazione del Mini Maui ricorda inoltre per certi versi la canzone dell'Appresto di Winnie the Pooh (2011), anch'essa ideata da Goldberg. Il brano è inoltre davvero trascinante e senza dubbio fra i più orecchiabili dell'intera pellicola. Non stupisce che sia presente in versione pop anche nei titoli di coda.
  • Shiny - Qualche tempo fa il Nostalgia Critic, parlando di All Dogs Goes to Heaven (1989) coniò la definizione di Big Lipped Alligator Moment per indicare una sequenza musicale così bizzarra e inaspettata da sembrare del tutto fuori posto nel contesto del film. A una prima occhiata Shiny potrebbe rientrare facilmente in questa categoria, eppure rimane uno dei momenti più spettacolari e affascinanti. La sua originalità è data dal fatto che il brano accompagna... un combattimento. A cantare è il crostaceo Tamatoa, che i protagonisti affrontano per recuperare l'uncino magico di Maui, e le sensazioni che la canzone riesce a trasmettere sono davvero particolari. Ipnotica e in grado di far venire il mal di mare, Shiny riesce a “colpire” col suo stesso ritornello: quando Tamatoa pronuncia questa parola girando su sé stesso, i suoi avversari vengono abbagliati e storditi da una violenta esplosione di luce. Sono queste singolari associazioni tra musica e immagini a costituire il succo dell'estetica disneyana.
  • Logo Te Pate - Un'altra canzone polinesiana scritta da Opetaia Foa'i, e usata per accompagnare la sequenza in cui Maui insegna finalmente a Moana a navigare. È il pezzo più allegro e scoppiettante dell'intera pellicola, un'infusione di adrenalina che non potrà non rimanere impressa.
  • I Am Moana (Song of the Ancestors) - Un duetto davvero particolare, dato che consiste in una combinazione di due brani precedentemente ascoltati. La prima parte infatti è un reprise di Where You Are mentre la seconda riprende il tema principale di Moana ovvero How Far I'll Go. Il modo in cui i due pezzi si combinano insieme portando la ragazza a riconciliarsi con sé stessa e col proprio retaggio mostra tutta l'organicità della narrazione musicale disneyana, in cui le canzoni sono elementi della narrazione, capaci di mescolarsi all'occorrenza.
  • Know Who You Are - Pur trattandosi di un mero reprise in lingua inglese di An Innocent Warrior, il brano polinesiano che apriva il film, questo brevissimo pezzo merita una certa attenzione perché costituisce un elemento di novità. Se prima si tendeva a mettere da parte le canzoni in vista dello scontro con l'antagonista, qui il cantato lambisce e potenzia lo stesso climax finale, espandendo a 360° l'idea di narrazione in musica da sempre base del cinema disneyano.

Pubblicato in:
BluRay - Oceania

Oceania - BluRay


Contiene:
Oceania (Moana) - (min.107,12)

Contenuti Speciali:
- cortometraggio: Testa o Cuore (Inner Workings) (min.06,26)
   con introduzione del regista (min.00,48)
- cortometraggio: A Pesca (Gone Fishing) (min.02,29)
- documentario: Voce delle isole (min.31,13)
- documentario: Cose che non sapevi... (min.03,57)
- documentario: Moda isolana (min.05,13)
- documentario: Elementi di... (min.14,14)
- documentario: They know the way: Creare la musica di Oceania (min.12,37)
- canzone eliminata: "Warrior face" con introduzione di Lin-Manuel Miranda (min.03,41)
- documentario: A caccia di easter egg (min.02,52)
- scene eliminate, con introduzione dei Musker e Clements (min.25,56)
- video musicale: How far I'll go di Alessia Cara (min.03,04)
- video musicale: How far I'll go in tutto il mondo (min.02,44)

domenica 20 maggio 2018

Le Avventure di Olaf (Olaf's Frozen Adventure)



Anno 2017

fonte: Disney Compendium
[...]

Nei suoi venti minuti di durata Olaf's Frozen Adventure racconta una storia molto semplice. È il primo Natale da quando Arendelle ha riaperto le porte e Anna e Elsa si accorgono con dispiacere di non avere una propria tradizione familiare. Olaf decide di porvi rimedio andando a intervistare tutte le famiglie del regno per raccogliere idee. Lo spunto di partenza è decisamente pretestuoso, tuttavia l'esito finale e la rivelazione a cui la trama conduce ha senso e carica il personaggio di Olaf di un significato che nel film originale veniva appena accennato. In un certo senso Olaf's Frozen Adventure è la risposta a chi all'epoca vide nel pupazzo una spalla comica forzata e priva di significato.
Lo stile narrativo WDAS è come sempre compatto, dinamico e reso fluido dalla sua anima musical. Questo è di certo molto importante al fine di evitare quello sgradevole effetto “serie tv” che può scaturire dal vedere i personaggi di un lungometraggio incastrati nel classico formato di mezz'ora. Eppure il rischio non viene scongiurato fino in fondo. Come accaduto già con Frozen Fever, le perplessità sorgono anche qui. Frozen era un film di un certo registro, a tratti drammatico, con una storia ben precisa e in grado di veicolare dei contenuti non banali. Prendere un universo narrativo così concepito e limitarne il respiro, ridimensionandone ogni sfaccettatura e riconducendolo agli stilemi della favola natalizia, non è un'operazione indolore. È un compromesso che può funzionare in alcuni casi, ma far storcere il naso in altri, apparendo come una banalizzazione, sia pur di qualità.
[...]

Nell'ottica di riprodurre in piccolo ogni caratteristica importante di Frozen, anche questo mediometraggio viene concepito come un musical. La partitura strumentale vede il ritorno di Christophe Beck, aiutato qui da Jeff Morrow. Per quanto riguarda le canzoni, ce ne sono quattro, scritte non dai Lopez, bensì da due esordienti assolute in campo disneyano: Elyssa Samsel e Kate Anderson. Si tratta di una colonna sonora di buon livello, che ha avuto pure l'onore di essere venduta su CD, strategia insolita per un mediometraggio.
  • Ring in the Season - Uno dei migliori brani è la canzone di apertura di Anna ed Elsa, che stabilisce il tono del film sin dai primissimi minuti. La sequenza mostra i muscoli del reparto animazione, mettendo al centro dell'attenzione le due figure femminili, fiore all'occhiello della CGI dei WDAS.
  • The Ballad of Flemmingrad - Kristoff non ha un ruolo molto ampio nel film, per cui si ricava questa breve particina comica, in cui lo vediamo tessere le lodi della propria tradizione natalizia. È un momento molto breve, quasi trascurabile, tuttavia nel CD lo stesso brano è presente anche nella “versione tradizionale”, decisamente più estesa.
  • That Time of Year - Il brano centrale del film è affidato ad Olaf. That Time of Year accompagna la sequenza musicale che racconta il suo vagare per le case del regno, a caccia di tradizioni natalizie. Musicalmente parlando, si tratta di una canzoncina semplice semplice, ma la sequenza è quella che più di tutte offre motivi di interesse. Gag a profusione, una carrellata di situazioni varie e fantasiose, e soprattutto una curiosa parentesi animata... in forma di ricamo, con i personaggi composti da “pixel” in stoffa. Sicuramente il momento più creativo.
  • When We're Together - Visivamente suggestiva ma musicalmente abbastanza convenzionale, la sequenza musicale conclusiva è corale e raccoglie quanto seminato nei minuti precedenti.
A tutto questo va aggiunto che sia Ring in the Season, sia That Time of Year hanno un loro reprise, che va ad aumentare decisamente il minutaggio dedicato alle sequenze cantate. Non che una percentuale così elevata di momenti musicali sia un male in sé, anzi. L'impressione è però che si sia voluto stipare molto in poco tempo, senza dare alle canzoni i tempi tecnici per essere introdotte in modo adeguato. Un problema che al dire il vero attanagliava anche il primo Frozen, in cui i brani iniziavano spesso in modo dirompente e improvviso. [...]

Pubblicato in:
DVD - Frozen Le Avventure di Olaf 





Frozen Le Avventure di Olaf - DVD



Contiene:

Le Avventure di Olaf (Olaf's Frozen Adventure) (min.21.01)
Frozen Fever (Frozen Fever) (min.07.38)

Contenuti Speciali: assenti