domenica 27 marzo 2016

A Christmas Carol (A Christmas Carol)



Anno 2009

fonte:la tana del sollazzo
La motion capture è una tecnica d'animazione fallimentare. Questo in quanto non può valere come tecnica d'animazione, per i motivi che sono già stati fatti notare dall'uscita di Polar Express: il realismo maniacale oltre ad essere totalmente inutile in quanto scimmiottatura del live action, ci appare paradossalmente freddo, bamboloso e cadaverico. E' anche vero che la motion capture non è il demonio, se usata come effetto speciale: è il caso delle deformazioni estreme applicate ad attori umani come Gollum, agli uomini di Avatar, a Pinco Panco e Panco Pinco e alla Regina di Cuori di Tim Burton, tutti film in cui la componente live action non viene certo eliminata, nel caso di attori perfettamente umani e non mostruosi. Lì si ottiene un effetto bello e si dà un senso alla tecnica, proprio perchè la si vede come ausilio e non come rimpiazzo del live action. Sennò si può parlare del senso di immersione che può dare la terza dimensione in questo genere di film, ma in tali casi si parla di semplice elaborazione CGI degli sfondi e non serve certo che poi a prendervi parte siano i personaggi in motion capture. Insomma quello che Robert Zemeckis non sembra aver capito è che la motion capture è una maschera, uno strato di computer grafica che serve a modellare le fattezze di questo o quell'attore, e che proprio per questo è assolutamente inutile se non dannosa quando si tratta di rappresentare una persona normale. Non si capisce perché l'intero meccanismo cinematografico continui a supportare quella che è una specie di eresia e di via "sbagliata" di concepire l'animazione, né perché proprio nella Disney di Lasseter che nei credits di Ratatouille riportava un disclaimer che irrideva la motion capture, sia avvenuto questo accordo che la lega all'Imagemovers di Zemeckis. La verità è che Lasseter, la Pixar, i WDAS sono assolutamente estranei al fatto, né paiono approvarlo più di tanto, dal momento che sarà avvenuto a ben altri livelli amministrativi...
Ad ogni modo pur con molte preoccupazioni per il futuro (pare che l'accordo continuerà e avremo sempre più film in Mocap by Zemeckis, tra cui il sequel di Chi Ha Incastrato Roger Rabbit!) e qualche noia per il presente, che vede questo film contendersi il titolo di film Disney di Natale con quell'altro vero Evento che è La Principessa e il Ranocchio, con tristi conseguenze al botteghino per quest'ultimo, questo non è certo un film da prendere sottogamba o da snobbare. I motivi per cui considerarne inopportuna l'uscita ci sono tutti, è vero, ma a conti fatti l'opera che ne esce ha un certo pregio. Raccontare per l'ennesima volta a Natale la storia di Dickens, dopo che cinema e televisione ne hanno sempre attinto a piene mani, non è un sintomo di grande originalità, ma l'escamotage questa volta è quello di farne un adattamento fedele. Ecco quindi i pregi migliori, e cioè i dialoghi aulici che sprizzano carisma, e le atmosfere londinesi particolarmente ben riuscite, un vero inno al Natale. In tutto questo direi che il 3D è forse uno dei migliori alleati della pellicola, visto che tra la famosa e stracitata neve che cade fra le braccia e le varie carrellatone in giro per le strade innevate, sembra veramente di essere avvolti nella storia. E poi c'è lo stracitato elemento horror, molto ben riuscito e anche questo assai valorizzato dalla proiezione tridimensionale: tra spettri tormentati, visioni spaventose, miseria e ignoranza, direi che è un bel modo di parlare di redenzione. In tutto questo buona anche la recitazione di Jim Carrey, che mascherato da vecchio Scrooge sembra dare una parvenza di senso alla mocap...parvenza che viene assolutamente sputtanata dall'orrore che suscita Bob Hoskins nei panni gommosi di Fezzywig, e da più o meno tutta la cricca umanoide col piccolo Tim in testa. Da segnalarsi anche una Fionnula Flanagan, che i più ricorderanno come la Eloise Hawking di Lost, nei panni di una donna delle pulizie alquanto imbruttita. Poi c'è la colonna sonora che remixa motivetti natalizi con classe, e infatti è di Alan Silvestri che ci mette un sacco di epicità, è poi presente la canzone dei titoli di coda cantata da Bocelli God Bless Us Everyone.
In questo florilegio di atmosfera e di registro alto fanno però parecchio a pugni le parentesi umoristiche, che complice la tecnica devastante che toglie spontaneità, sembrano assai fuori luogo: imbarazzanti le scene umoristiche con Jacob Marley, le mossettine dello Spirito dei Natali Passati, i balletti allegri dei vari personaggi, tanto che le gigionerie di Carrey che invece si temevano non poco passano in secondo piano, quando non scompaiono del tutto (anche se lo Scrooge microscopico con la vocetta era evitabile). (...)



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BluRay - A Christmas Carol

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